Milano. Dalle Aule universitarie della LUISS alle comunità di Ai.Bi: così cinque studentesse hanno conosciuto il vero volontariato

volontariatoCinque studentesse universitarie, diversi background, un unico progetto. Direttamente dalle aule della LUISS Guido Carli – Libera Università Internazionale degli Studi Sociali – Elena, Laura, Claudia, Sara e Rossella hanno deciso di prendere parte a un programma di volontariato,  “VolontariaMente”,  (promosso dall’università della Luiss Guido Carli in partnership con la “Fondazione Sinderesi-praticare l’etica” e Ai.Bi.) nato per fornire ai suoi studenti l’opportunità di entrare a contatto con una realtà nuova e difficile, svolgendo attività dal forte impatto pratico, etico e sociale.

Affiancato in questa iniziativa da 15 partner, (alcuni dei quali ormai storici, tra cui Croce Rossa, UNICEF e Amnesty International) l’ateneo ha sviluppato, a partire da quest’anno, una collaborazione anche con Ai.Bi. per far conoscere più da vicino la realtà dei migranti e dei richiedenti asilo.

Dal 18 al 29 luglio le ragazze si sono impegnate nel supportare gli educatori di Amici dei Bambini nella gestione ordinaria di varie comunità, dalla Family House a Pedriano alla Tenda di Abramo a Vizzolo, dalla casa-famiglia a Lodi alla Comunità per Adolescenti a Vaiano.

Di fronte ad atteggiamenti sempre più discriminatori nei confronti del diverso, attraverso quest’esperienza “abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano la bellezza dell’interculturalità raccontano le giovani studentesse – , l’allegria e la gioia di adulti e bambini provenienti da nazionalità diversissime, tra cui la Nigeria, il Ghana e la Romania”.

Allo stesso tempo, però, hanno vissuto le storie difficili e le situazioni di disagio da cui i nuclei familiari presenti in comunità cercano di uscire. Storie di violenza e di sfruttamento della prostituzione, racconti di guerre civili e conflitti internazionali, ferite ancora aperte dovute all’abbandono sono la realtà incancellabile che gli ospiti delle comunità hanno a volte manifestato alle studentesse durante la loro permanenza.

I vissuti travagliati dei migranti  – confidano Elena, Laura, Claudia, Sara e Rossella – e i loro sorrisi sono già entrati nel nostro cuore”.