«Perché non ripartono le adozioni in Nepal?»

Proponiamo la lettera pubblicata sul Forum da due coniugi, G e R. da Roma, a proposito delle notizie emerse sulle adozioni dal Nepal. Di seguito alla lettera, l’articolo riguardante la ripresa delle richieste per l’adozione internazionale in Nepal, letto dalla coppia.

Siamo G. e R. e scriviamo da Roma. Siamo interessati ad avvicinarci all’adozione in modo serio. Abbiamo amici che hanno adottato dal Nepal e vorremmo fare come loro. Mio marito lavora da qualche anno vicino ad ambienti internazionali e ha trovato un articolo che dà notizie sul ritorno delle adozioni in Nepal. Con mio marito abbiamo cercato di leggere le notizie, scoprendo che già da qualche tempo il governo ha dato qualche speranza di ricominciare con le adozioni internazionali. Visti gli sforzi che il Nepal ha fatto per adeguarsi a tante normative, ci chiediamo perché le adozioni da questo paese siano ancora sospese e che cosa intenda fare la nostra Commissione per le Adozioni per rispondere ai bisogni del Nepal. Con cui l’Italia ha sempre collaborato. Sia io sia mio marito non possiamo pensare a tutti quei bambini: che cosa fanno? Soffrono negli istituti?


“Il Ministero delle Politiche Sociali ha invitato a presentare le iscrizioni all’adozione internazionale per il 2012
alle ambasciate interessate e agli enti autorizzati. Le coppie adottanti debbono presentare documenti contenenti il permesso governativo e segnarsi presso gli enti autorizzati all’adozione.

Sher Jung Karki, segretario del Comitato di Gestione dell’Adozione Internazionale riferisce che il Ministero ha invitato a inviare nuove iscrizioni a seguito della conclusione dei casi penali pendenti nel 2009/10. Karki ha dichiarato che il Ministero non ha ricevuto neanche una sola richiesta in tutto il 2011. Circa 535 le richieste presentate nel 2009 e circa 155 quelle presentate nel 2010.
Karki asserisce il numero di richieste per l’adozione internazionale è calato a seguito dei nuovi provvedimenti imposti dal governo nel 2008. Aggiunge che gli aspiranti genitori adottivi in passato dovevano rivolgersi direttamente all’Istituto e selezionare un bambino. D’ora in avanti potranno scegliere soltanto sesso ed età.

Il Paese aveva fermato l’adozione internazionale per un tempo indefinito. Le nazioni europee – in particolare Italia, Francia, Spagna – e gli Stati Uniti sono i maggiori Paesi di accoglienza dei bambini adottati dal Nepal. Prima delle sospensioni il ministero riceveva più di 500 richieste all’anno. Frattanto il ministero ha rinnovato la licenza all’adozione internazionale di 29 istituti. Sette nuovi istituti hanno acquisito licenza nel 2012.

(http://www.thehimalayantimes.com/fullNews.php?headline=Applications+for+inter-country+adoption+called&NewsID=316672)

Carissimi,

prima di tutto permettetemi di ringraziarvi per la caparbietà con la quale state affrontando il vostro percorso adottivo.

In un momento così particolare per l’adozione, con i numeri delle coppie in forte calo, è questo lo spirito giusto per fare del sogno di una famiglia, vostro e del bambino che vi sta aspettando, una realtà.

Per quello che riguarda nello specifico il Nepal, purtroppo le vostre preoccupazioni sono reali.

L’Italia, al pari dei paesi che da sempre hanno adottato in Nepal, ad oggi hanno sospeso le loro attività, in attesa che le rispettive autorità centrali diano il benestare per nuovi depositi.

Il blocco delle adozioni nasce dalla necessità che il Nepal, che peraltro ha riconosciuto e affrontato le sue lacune normative, si metta in regola con quelli che sono gli standard internazionali relativi alla presa in carico dei minori orfani od in stato di pericolo, e quindi anche della normativa sulle adozioni.

Sebbene ad oggi il paese abbia fatto passi avanti rilevanti, promulgano una nuova legge, emendandone successivamente alcuni punti, presentando un sistema di social welfare comunque avanzato e con buone basi per un netto miglioramento, ancora tutto è fermo, e a noi enti non è stata data nessuna motivazione ufficiale.

Chiaramente questa sospensione porta danni enormi ai minori orfani accolti nelle strutture, prolungando la loro agonia e spostando in avanti, in alcuni casi oltre i tempi di legge per essere adottati, la soluzione del loro abbandono.

La situazione mina, ma non sfianca, i 10 enti che lavorano ancora con forte dispendio di mezzi e persone sul paese; ma di certo mette in serio pericolo un lavoro strutturato che il sistema Italia vorrebbe portare avanti.

Per poter dare una risposta a tutto questo, è volontà di chi opera sul Paese trovare un confronto con la Commissione e con il suo nuovo presidente, l’on. Riccardi, al fine di giungere in tempi brevi ad una riapertura delle adozioni o comunque alla previsione di progetti di supporto al sistema locale ove sia ritenuto ancora necessario per poter garantire una risposta alle richieste fatte dai vari paesi.

Alberto Pazzi, responsabile area Asia di Ai.Bi. Amici dei Bambini