Danimarca. I guai dell’eterologa: donatore malato genera 100 figli affetti da una patologia rara

donatori eterologaSarebbero un centinaio i bambini nati attraverso la fecondazione eterologa effettuata con il seme fornito da un donatore danese affetto da una malattia genetica rara, ma al tempo stesso devastante. L’uomo – catalogato come “donatore 7042” – nel 2007 vendette le sue cellule riproduttive, ma solo in un secondo momento si scoprì che è portatore sano di neurofibromatosi.

In quello stesso anno in un ospedale belga, l’Az Saint-Lucas, nacque un bambino che presentava la stessa patologia dell’uomo ed era stato generato grazie al suo liquido seminale, acquistato dalla multinazionale danese leader del settore, la Nordic Cryo Bank. Nonostante questo primo caso, l’allarme scoppiò solo 6 mesi dopo, quando il gene NF-1, responsabile della malattia e presente nel seme del donatore, poteva già essere in 70 Paesi, quelli in cui la Nordic esporta i suoi campioni per cicli di fecondazione eterologa. Tanto che nel 2012 si contavano già 46 nati dal donatore danese in cui era presente il gene della patologia, di cui 5 con malattia conclamata. Casi analoghi emergono negli anni successivi in altri 6 Paesi: Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Islanda e Stati Uniti. Salva per il momento l’Italia, dal momento che nessuna delle donne italiane che si erano fatte impiantare un embrione figlio genetico del “donatore 7042” è mai arrivata al parto. Fecondazioni tutte effettuate all’estero perché antecedenti alla caduta del divieto di eterologa nel nostro Paese.

Solo quando la stampa inglese inizia a interessarsi alla vicenda emerge la drammatica realtà. I bambini nati dal seme raccolto e spedito dall’azienda scandinava, con la garanzia nominale di accurati controlli, sarebbero almeno 100. E sarebbe anche raddoppiato il numero dei neonati venuti al mondo affetti dalla stessa malattia del donatore: si parla di 10, ma alcuni sostengono che i piccoli malati siano già diventati 19. In realtà è difficile fare una stima sui bambini concepiti grazie a “7042” e portatori sani del gene incriminato.

E mentre la Nordic è diventata da poche settimane fornitrice anche dell’ospedale Careggi di Firenze, la Danimarca cerca di correre ai ripari: una stretta, almeno sulla carta, del numero di possibili figli generati da uno stesso donatore e controlli più severi sui donatori stessi.

 

Fonte: Avvenire