Dal sogno alla realtà: l’“incubo” dei bombardamenti in Siria

Bombardamento Binnish SiriaQuesta notte mi sono svegliato in preda all’ansia, dopo aver sognato di trovarmi sotto un bombardamento aereo; a forza di calarmi in un contesto così drammatico come quello siriano – per ragioni di lavoro e non solo – prima o poi doveva succedere.

E pensare che non ho esperienza diretta di un vero bombardamento; immagino quale tipo di angoscia debba provare chi è costretto a convivere quotidianamente con la consapevolezza che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo.

Non ricordo molto dell’incubo, se non la sgradevole sensazione di trovarmi all’aperto, esposto, mentre gli aerei fischiavano alti sopra la mia testa, pronti per attaccare. Ricordo che mi sentivo tremendamente vulnerabile, indeciso su dove andare, incapace di prevedere dove avrebbero colpito, di trovare un rifugio adeguato. Mi sono svegliato appena prima che un missile, disegnando una traiettoria piuttosto inverosimile – più adatta al sogno, che alla realtà –, si abbattesse su di me.

Proprio qualche giorno fa, un mio collega di Binnish mi ha mandato una foto che ritraeva un abitato sovrastato da una colonna d’intenso fumo grigio. Nessun commento. Gli ho subito chiesto, allarmato, se me l’avesse inviata per una ragione particolare: temevo che l’attacco potesse aver colpito un suo familiare. La casa del mio collega si trova nel centro della città e in passato è stata sfiorata diverse volte dalle esplosioni, rimanendo anche danneggiata. «Oggi ci sono stati oltre sei attacchi» si è limitato a rispondermi lui, lasciandomi intendere come la situazione fosse tutt’altro che facile.

Non sapevo se tirare un respiro di sollievo per il mio collega o dispiacermi per quanto stava accadendo: ho poi scoperto, infatti, che diverse persone sono morte quel giorno a Binnish, per lo più donne e bambini. Per loro, purtroppo, non si è trattato di un incubo, come per me. Loro da quel brutto sogno non si risveglieranno mai.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.