Silvia Cappelli (cooperante Ai.Bi.) “E’ stato un lunghissimo minuto di terrore. A Kathmandu la gente è disperata e si prepara a trascorrere un’altra notte tra le macerie”

silvia-cappelli“La gente è terrorizzata, si chiede quando tutto questo finirà”. A parlare è Silvia Cappelli, cooperante Ai.Bi., Amici dei Bambini, che si trova in Nepal con Fulvia Clerici (l’altra cooperante di Amici dei Bambini), raggiunta a seguito del primo grande terremoto del 25 aprile.

Sentita al telefono, Silvia racconta quel lunghissimo minuto di  scossa di magnitudo 7,4 che ha fatto tremare oggi (12 maggio) nuovamente il Paese, colpendo duramente una seconda volta Kathmandu già gravemente danneggiata.

“Eravamo nella nostra sede Ai.Bi. a Kathmandu – continua Silvia – quando è iniziata la scossa: ero nella stanza con Tulsa (operatrice locale ndr) e Fulvia. Per lunghissimi 3 secondi ci siamo guardate negli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo: subito dopo Fulvia ha urlato ‘uscite’!! Siamo così scappate via dall’ufficio”.

“Per strada c’era tanta gente che fuggiva disperata urlando – continua Silvia – e con il terrore negli occhi. Sono appena trascorse due settimane dallo scorso 25 aprile e pian piano si stava cercando di tornare alla ‘normalita’’ ma stamattina la nostra vita è stata nuovamente sconvolta facendo ripiombare tutti quanti di nuovo nella paura”

“Abbiamo sperato che finisse presto – racconta Silvia – eravamo per strada solo da qualche minuto, quando sono arrivate altre scosse, di entità più lieve ma sufficienti per fare crollare case ed edifici. La nostra sede, come il centro Paani, sono rimasti miracolosamente in piedi,  ma il nostro pensiero va a quelle persone le cui case, non essendo antisismiche, sono crollate”.

“Abbiamo già chiamato i bambini per fortuna stanno bene – precisa Silvia –  ma la città è una città fantasma: negozi, uffici e attività commerciali sono tutti chiusi e la gente si riversa per strada per prepararsi a dormire nuovamente tra le macerie”

Il pensiero è che non sia finita – aggiunge Silvia – del resto gli esperti lo avevano detto: non tutta l’energia si era liberata dallo scorso 25 aprile e ci aspettavamo altre scosse ma non tanto forti”

Ora la gente è sempre più povera e disperata. “Se già aveva perso gran parte dei ‘beni’ – continua Silvia – ora ha perso veramente tutto e la situazione già drammatica diventa tragica in fatto di acqua, medicinali e tende”

E mentre si stavano spegnendo i riflettori dei media sul Nepal, questa nuova scossa fa ricordare “che ci sono milioni di persone, mamme e bambini che non possono essere abbandonati”

Sale, intanto, a 59 morti il bilancio del sisma che ha colpito il Nepal: 42 le vittime nel Paese, riferiscono le autorità, mentre sono 17 le vittime in India, afferma il ministero dell’Interno citato dall’agenzia Pti. La scossa di magnitudo 7,4 ha colpito il nordest del Nepal: l’epicentro, secondo l’Usgs, è stato localizzato alle falde dell’Everest, a circa 83 km a est della capitale Kathmandu. La scossa arriva a meno di 20 giorni dal terremoto che ha devastato il Paese, il 25 aprile scorso, causando almeno 8.200 morti e 17.866 feriti in un bilancio drammaticamente ancora parziale. La scossa odierna ha scatenato il panico a Khatmandu, dove in molti sono scesi nelle strade. E’ di almeno 4 morti il bilancio del crollo di un edificio a Chautara. Squadre di vigili del fuoco e di soccorritori sono stati inviati sul posto. L’aeroporto internazionale di Kathmandu è stato chiuso temporaneamente per precauzione. Decine di viaggiatori sono attualmente bloccati nello scalo.  “Dopo gli 8.000 morti raggiunti e la devastazione di interi villaggi, questa nuova scossa – concluede la cooperante Ai.Bi – rallenta gli aiuti nel Paese. sarà la stagione dei monsoni, tra poco meno di un mese”.

Per questo Amici dei Bambini rinnova il suo appello a favore della gente del Nepal con la campagna di Sostegno a Distanza “Sosteniamo le famiglie del Nepal”: un intervento di sostenibilità la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata nel corso di altre emergenze del passato. Del tutto assimilabile a un normale Sostegno a Distanza comunitario da 25 euro al mese, il progetto punta a supportare l’accoglienza interfamiliare e i centri di accoglienza allestiti nei villaggi. La prima – iniziativa già partita nei primi giorni successivi al terremoto – consiste nell’aiuto economico offerto a quelle famiglie nepalesi, la cui casa non è stata distrutta dal sisma, disponibili a ospitare bambini, mamme o altre famiglie rimaste senza un tetto sulla testa. I secondi saranno invece dei punti di accoglienza pensati coloro che non vogliono allontanarsi dai propri villaggi e dalle proprie case, anche se queste ultime non sono più agibili. In attesa che inizi la ricostruzione, si provvederà ad assicurare assistenza, generi di prima necessità (cibo, acqua, coperte, medicinali) e animazione ludico-ricreativa per i bambini.