Come faccio a scegliere l’ente che non mi costringa a effettuare pagamenti in nero?

Buongiorno Ai.Bi.,

seguo spesso le notizie pubblicate sul vostro sito e leggo sempre con particolare interesse quelle relative agli attuali problemi dell’adozione internazionale. In particolare mi ha colpito il tema dei pagamenti in nero: addirittura molte coppie sarebbero costrette a portare soldi contanti da consegnare in nero per poter arrivare positivamente a conclusione del proprio iter adottivo. Se ho capito bene alcuni enti autorizzati mettono in atto questa pratica illegale e altri no. Insieme a mia moglie stiamo seriamente pensando di adottare un bambino straniero e un giorno, mi auguro vicino, ci troveremo davanti alla necessità di scegliere un ente a cui affidare il mandato. Come facciamo a scegliere quello giusto, ovvero a non correre il rischio di dover effettuare pagamenti in nero? Ci date un consiglio?

Grazie,

Donato

 

 

CRINO-2Caro Donato,

le rispondo partendo da un paio di ovvietà.

La prima: se in un Paese un Ente Autorizzato non chiede pagamenti in contanti e un altro sì, è il primo l’ente più corretto.

La seconda: non ho mai avuto notizia di un Paese dove non fosse possibile effettuare pagamenti con mezzi tracciabili, se non per brevissimi periodi (giorni) e a causa di eventi disastrosi quali calamità naturali o rivolte armate.

In qualsiasi Paese del mondo, infatti, il controllo dei trasferimenti valutari si basa su uno o due principi. Il primo è che i mezzi che garantiscono la tracciabilità sono da preferirsi ai contanti, ammissibili solo per trasferimenti di importi limitati. Il secondo, più o meno presente a seconda del grado di libertà di movimento dei capitali, è che le importazioni di valuta vanno incoraggiate e le esportazioni scoraggiate.

Così, in Europa è vietato attraversare le frontiere con più di 10.000 euro in contanti, mentre con movimenti tracciabili non ci sono vincoli particolari sui flussi monetari in entrata o in uscita.

Entrando in Federazione Russa, invece, è possibile portare liberamente con sé fino a 3.000 dollari in contanti, avendo da 3.000 a 10.000 dollari è necessario compilare una dichiarazione doganale, mentre per somme più alte i contanti sono vietati.

Perché allora un Ente Autorizzato dovrebbe comunque richiedere pagamenti in contanti? I motivi possono essere diversi e vanno dall’evasione delle imposte in Italia o all’estero alla corruzione fino, nei casi peggiori, al traffico di minori. Tutte questioni, insomma, che è senz’altro preferibile evitare.

Se quindi ricevete richieste più o meno chiare di pagamenti in contanti e ancora siete in tempo, il mio consiglio è quello di affidarvi a un altro Ente Autorizzato.

Purtroppo, spesso queste richieste possono però arrivare quando la procedura adottiva è in uno stadio avanzato e sarebbe costoso e complicato cambiare ente. Per provare allora a scegliere un Ente Autorizzato ragionevolmente affidabile fin dall’inizio, il criterio che utilizzerei è quello del numero e della serietà delle verifiche esterne, e quindi indipendenti, a cui l’ente si sottopone.

Parlando di questioni economiche, la prima necessaria verifica esterna è un bilancio certificato da una società di revisione abbastanza prestigiosa da essere sicuri della sua indipendenza.

Le società di revisione serie sono molte. Nel mondo, tuttavia, quelle unanimemente riconosciute come le più prestigiose sono le cosiddette “Big four”, ovvero KPMG, PWC, Ernst & Young e Deloitte. Proprio per il prestigio faticosamente costruito negli anni, è escluso che la filiale italiana di una di queste società potrebbe mai prestarsi a coprire i maneggi di un piccolo Ente Autorizzato italiano. E’ proprio questo peraltro il motivo per cui Ai.Bi. ha scelto la certificazione di bilancio da parte prima di Ernst & Young e ora di PWC.

Dovessi scegliere io, restringerei la scelta agli Enti Autorizzati il cui bilancio è certificato da una delle Big four.

Un caro saluto,

Antonio Crinò

Direttore Generale di Ai.Bi.