Nepal. Con il centro Paanj e il campo a Divya Ankur, gli angeli di Ai.Bi. curano i traumi da terremoto

CaseApparente normalitàA oltre due mesi e mezzo dal terribile sisma che ha devastato il Nepal, tutto sembra essere tornato alla normalità. Il traffico è di nuovo caotico, la gente si reca al lavoro, i bambini con le loro divise  corrono a scuola, i mercati sono di nuovo pieni di frutta e verdura. Ma la situazione è tutt’altro che normale. Dopo due mesi e mezzo non  è più ammesso piangere in pubblico, disperarsi e urlare per quanto accaduto. Una normalità di facciata è necessaria, per andare avanti,  ma nel privato ogni giorno si continua a soffrire. Sono ancora moltissimi quelli che non hanno un tetto, quelli che hanno perso il lavoro e quelli che sono rimasti feriti in quel nefasto 25 Aprile.

Le scuole sono state riaperte quaranta giorni dopo, ma sono milioni i  bambini che non hanno più un posto che possono chiamare “scuola”.  Gli effetti di quanto accaduto resteranno sulla pelle e nella mente di  tutti per gli anni a venire.

Ma è proprio per lenire e curare quanto più possibile i traumi da terremoto che si rivolge l’attività del centro Pannj. La struttura, attiva dal 2006 a seguito del terremoto è stata convertita dagli operatori di Ai.Bi. in un centro di prima assistenza per la distribuzione di acqua, medicinali e fornisce “child’s post traumatic psycological support” (assistenza psicologica) a bambini e le loro famiglie. In centinaia si sono avvalsi dei servizi del centro: alcuni bambini hanno ripreso a frequentarlo mentre  i genitori cercano di trovare una soluzione per la loro casa distrutta. Un ambiente creato ad hoc per la loro crescita nella sicurezza e professionalità degli operatori.

Ma il centro Paanj non è l’unica attività avviata e operativa di Ai.Bi. in Nepal. Un altro fiore all’occhiello in cui i nostri operatori hanno investito tempo e risorse è il campo a Divya Ankur. Qua 24 bambini (dai 3 ai 12 anni di età) hanno beneficiato dell’attività di ECD in Emergency (o Child Friendly Space). Il progetto, appena conclusosi, si è rivelato molto utile: i bambini hanno potuto godere di uno spazio dedicato a loro e guarire le paure e i traumi del terremoto attraverso il gioco, il racconto e l’espressione dei loro timori.

Anche per i genitori sono state organizzate delle sessioni di counseling e focus group per aiutarli ad esprimere le paure e per apprendere un comportamento volto a proteggere i minori. Nel corso di questi due mesi, è emerso che molti genitori erano ansiosi e avevano paure immotivate, questo ha creato di riflesso ansia e paura del distacco nei bambini (molti di loro infatti nei primi giorni faticavano a separarsi dalla mamma per giocare od anche solo per andare in bagno).

Alcune famiglie, nel frattempo, hanno fatto ritorno nelle vecchie case, altre hanno lasciato le tende trovando ospitalità da alcuni parenti. Ma non tutte sono state così “fortunate”: una famiglia, in particolare, presentava problematiche non ancora risolte. Il padre spariva e abbandonava moglie e figlia per giorni, per poi tornare senza cibo o alcun materiale utile per il loro sostentamento. La donna era dunque molto preoccupata per il suo futuro e quello della bambina: non avendo un lavoro, una casa e i soldi per mandare a scuola la bambina, era disperata. Ma per loro due i nostri angeli si sono messi subito al lavoro: è stata trovata una stanza, la bambina è stata iscritta gratuitamente a scuola e trovato un lavoro part time alla madre nella cucina della mensa scolastica. Nel frattempo, le operatrici, stanno aiutando la madre a trovare un lavoro più remunerativo perché possa piano piano essere in grado di occuparsi di sé e della sua bambina.

E di storie come questa ce ne sono in quantità innumerevole. Di donne e bambini in difficoltà con la voglia e il diritto a “rinascere” tantissime: ed è con il tuo aiuto che possiamo andare loro incontro coinvolgendoli nei nostri progetti. Aiutaci anche tu. Visita la pagina dedicata e scopri come restituire loro una vera normalità