Adozione internazionale. Posso rinviare l’inserimento scolastico di mio figlio o iscriverlo a una classe inferiore?

Cara Ai.Bi. buongiorno,

presto diventeremo genitori adottivi. Tra pochi giorni, infatti, voleremo in Russia per andare a prendere il nostro bambino di 7 anni che sarà il nostro primo figlio adottivo. Torneremo all’inizio di ottobre e subito ci troveremo davanti alle diverse problematiche del post-adozione. Su tutte, una ci preoccupa in modo particolare: l’inserimento scolastico. Nostro figlio arriva da un Paese lontano e, al suo arrivo in Italia, non sarà certo in grado di esprimersi nella nostra lingua. Nel corso del periodo che trascorreremo in Cina, cercheremo sicuramente di iniziare a comunicare con lui e di insegnargli qualche parola di italiano, ma di certo questo non sarà sufficiente per garantirgli un facile inserimento scolastico.

Vorremmo quindi sapere se sia proprio obbligatorio iscriverlo al secondo anno della scuola primaria già all’indomani del suo ingresso in Italia o se ci sia, invece, la possibilità di rimandare il suo inserimento o di iscriverlo al primo anno.

Grazie per l’attenzione,

Alessandra e Marco

 

ireneCari genitori,

niente paura! Il vostro caso è simile a quello di tante altre coppie che adottano bambini che, provenendo dall’estero, si trovano spesso in difficoltà ad affrontare i programmi scolastici dei loro coetanei. Per alleviare questo problema e aiutare i genitori nella complessa fase del post-adozione, da qualche tempo il ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ha varato le cosiddette “Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati”.

Si tratta di una serie di disposizioni mirate ad agevolare proprio l’ambientamento dei bambini accolti in adozione, frutto di un lungo lavoro di collaborazione tra i tecnici del Miur  e i rappresentanti del Care, un coordinamento di associazioni di famiglie adottive e affidatarie. Tali linee guida sono entrate in vigore proprio in vista dell’anno scolastico 2015-2016 e vengono incontro alle vostre esigenze.

Innanzitutto, permettono, in accordo con il dirigente scolastico, di inserire il minore in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all’età anagrafica. Questa possibilità è percorribile qualora siano presenti determinate problematicità: una carente scolarizzazione pregressa oppure, come nel caso di vostro figlio, una lingua di origine troppo diversa dall’italiano. Attraverso una valutazione dell’effettivo livello di competenze neuropsicologiche e funzionali in possesso del minore ci si può rendere conto delle sue reali risorse ed eventuali difficoltà. Quindi si può scegliere la classe in cui inserirlo, dopo essersi consultati con il dirigente scolastico.

Tra le altre linee di indirizzo messe in vigore dal Miur  si segnalano anche: la possibilità di affiancare all’alunno adottato un facilitatore linguistico con esperienza nell’insegnamento dell’italiano come Lingua 2 e la presenza di un insegnante referente adeguatamente formato sulle tematiche dell’adozione. Il primo provvederà a curare l’alfabetizzazione comunicativa prima dello studio vero e proprio dell’italiano. Al secondo spetterà invece il compito di tessere le fila dei rapporti tra la famiglia, i docenti di classe e i servizi territoriali.

Un caro augurio per il futuro,

 

Irene Bertuzzi

Adozioni Internazionali di Ai.Bi.