Oggi conviene ancora presentare le domande sia per l’adozione nazionale che per l’internazionale?

Cara Ai.Bi.,

da aspirante mamma adottiva vi rendo partecipi di un dubbio che io e mio marito abbiamo in questo periodo. Alcuni mesi fa abbiamo presentato la domanda per l’adozione internazionale. Poi, convinti da alcuni nostri amici che avevano adottato un bambino italiano, abbiamo deciso di presentare anche la domanda per l’adozione nazionale. Non sappiamo se abbiamo fatto la scelta giusta o no. Secondo voi conviene ancora presentare entrambe le domande?

Grazie di tutto,

Raffaella

 

cbernicchi-fotoCara Raffaella,

comprensibilmente le coppie ne fanno una questione di “convenienza”, ma la scelta di presentare solo una delle due domande, per l’adozione internazionale o per quella nazionale, oppure entrambe esula da questo aspetto ristretto.

Innanzitutto è necessario ricordare che la disponibilità per l’adozione nazionale si può presentare in qualsiasi Tribunale per i Minorenni italiano, mentre quella per l’adozione internazionale è possibile depositarla solo presso il Tribunale per i Minorenni competente in relazione al luogo di residenza della coppia.

I colloqui di valutazione che gli aspiranti genitori sosterranno seguono lo stesso iter. Fisiologicamente, però, a un certo punto arriva il momento delle scelte.

È da tenere presente, infatti, che, per l’adozione internazionale, il Tribunale rilascia alla coppia, se ritenuta idonea, un decreto d’idoneità che non ha scadenza, ma vincola la coppia a conferire il mandato a un ente autorizzato, entro un anno dalla notifica del decreto stesso. Per l’adozione nazionale, invece, non è previsto alcun decreto: la disponibilità offerta dalla coppia, tuttavia, resta in vigore per 3 anni ed è rinnovabile alla scadenza per un altro triennio.

Ma soprattutto è necessario tenere presente che, qualora l’iter per l’adozione nazionale si concluda positivamente con l’ingresso in famiglia di un minore, il decreto d’idoneità eventualmente ottenuto nel frattempo per l’adozione internazionale sarebbe da rivedere. Il motivo è semplice: la situazione familiare sarà cambiata, passando da quella di una coppia senza figli a quella di una coppia con un figlio minore adottato. Con tutte le conseguenze del caso per l’adozione internazionale: a cominciare dall’eventuale necessità di rispettare il vincolo della primogenitura.

Viceversa, dal momento in cui, nel corso dell’iter per l’adozione internazionale, un Paese estero inizia a lavorare per identificare un minore da abbinare eventualmente alla coppia, a quest’ultima si consiglia, per una questione prevalentemente etica, di concentrarsi esclusivamente su questo percorso.

Un caro saluto,

 

Cinzia Bernicchi

Consulente di Ai.Bi.