Non abbiamo ottenuto l’idoneità: ricominciamo da capo o ricorriamo in Appello?

Buongiorno Ai.Bi.,

siamo una coppia in difficoltà. Qualche mese fa, mossi dal desiderio di avere un figlio e non potendo averne uno per via biologica, abbiamo presentato la domanda per l’adozione internazionale. Purtroppo, però, il Tribunale per i Minorenni della nostra città non ci ha concesso l’idoneità. Insomma, siamo stati considerati non in grado di accogliere un bambino nella nostra famiglia. Tuttavia abbiamo deciso di non arrenderci e di non rinunciare al nostro sogno. Ci siamo quindi rivolti ai servizi sociali per capire come muoverci, alla luce della nostra intenzione di presentare ricorso in Appello contro la decisione del giudice.

Inaspettatamente, però, l’assistente sociale ci ha consigliato di ricominciare da capo il percorso per conseguire l’idoneità: dovremmo quindi cercare di ottenere il decreto comunque dal Tribunale per i Minorenni e non dalla Corte d’Appello. E questo perché, stando a quanto ci hanno riferito sempre i servizi sociali, i decreti vinti per ricorso spesso rappresentano degli ostacoli in molti Paesi di origine dei minori adottati. Tanti Stati non li valutano neanche e li respingono al mittente. Altri li prendono in considerazione, ma li reputano “di serie B” rispetto ai decreti rilasciati dai Tribunali per i Minorenni. Insomma, presentandoci con un decreto firmato dalla Corte d’Appello rischieremmo di non essere accettati oppure di vedere i tempi d’attesa allungarsi a dismisura.

Voi che cosa ci consigliate?

Grazie,

Alessandra e Stefano

 

ireneCari amici,

il consiglio che vi ha dato l’assistente sociale a cui vi siete rivolti è in genere condivisibile, anche se le motivazioni che vi ha portato per sostenerlo sono in realtà un po’ forzate. Vi spiego con ordine.

È da tenere presente che intraprendere la via del ricorso in Appello il 99% delle volte si traduce nell’ottenimento dell’idoneità, ma non accelera in alcun modo l’iter adottivo.

È vero, inoltre, che sono tante le coppie che sono riuscite ad adottare dopo aver vinto il ricorso alla Corte d’Appello, ma è anche vero che presentarsi nei Paesi di origine dei minori con un’idoneità ottenuta in seguito a un ricorso non è il massimo. Questo perché un decreto conseguito con un ricorso genera solitamente un po’ di diffidenza. A volte i Paesi di origine hanno qualche dubbio e vogliono vederci chiaro: possono chiedere quindi di leggere anche la prima relazione – quella negativa che ha condotto alla non idoneità -, proprio per capire le problematiche che hanno portato a una valutazione non positiva della coppia.

Tuttavia non esistono Paesi che rifiutano a priori di prendere in considerazione decreti di idoneità firmati dalla Corte d’Appello.

Non conoscendo nel dettaglio il vostro caso e le motivazioni che hanno portato il Tribunale a optare per la non idoneità, il consiglio che posso darvi è quello di non demordere. Amici dei Bambini, del resto, sostiene da tempo la necessità di superare questa cultura della selezione – che troppo spesso scoraggia gli aspiranti genitori – con una dell’accompagnamento, che considera la coppia una risorsa da formare e seguire verso una genitorialità consapevole. A questo proposito, però, mi permetto un appunto: non considerate l’adozione un ripiego rispetto alla possibilità di avere un figlio biologico. Cercate di realizzare il vostro progetto adottivo pensando non tanto alla vostra voglia di avere un bambino ma al diritto, sacrosanto, di quel bambino abbandonato di avere una famiglia.

In bocca al lupo,

 

Irene Bertuzzi

Adozioni internazionali di Ai.Bi.