Perché la legge sulle unioni civili potrebbe ritorcesi contro l’adozione internazionale?

Buongiorno Ai.Bi.

Sto seguendo con un certo interesse il dibattito attorno alla legge sulle unioni civili. Tra i temi più dibattuti c’è anche quello di consentire l’adozione alle coppie non sposate. Da quanto ho capito, il disegno di legge non autorizza l’adozione vera e propria alle unioni civili, ma solo la cosiddetta stepchild adoption, ovvero l’adozione del figlio biologico del partner. Una possibilità che non riguarda in alcun modo, evidentemente, l’adozione internazionale. Non comprendo quindi il vostro allarme a proposito del futuro di queste ultime in relazione al progetto di legge in questione. Che influenza negativa potrebbe avere sull’adozione internazionale una legge che non apre le porte a questa per le coppie omosessuali?

Vi ringrazio per le spiegazioni. Un cordiale saluto,

Davide

 

 

griffini400x286Gentile Davide,

il legame tra il disegno di legge sulle unioni civili e il destino dell’adozione internazionale non è forse immediato, ma esiste e, purtroppo, non va certo nell’interesse dei minori abbandonati. Anzi, alla luce dell’attuale situazione dell’accoglienza adottiva in Italia e ai recenti rapporti tra alcuni dei Paesi di origine e di destinazione dei bambini adottati, direi che il ddl Cirinnà vada proprio nella direzione opposta.

I dati ci dicono che, in soli 5 anni, i minori stranieri accolti in adozione in Italia si sono dimezzati, passando dagli oltre 4mila del 2010 ai circa 2mila  stimati per i 2015. L’adozione internazionale quindi andrebbe aiutata a risollevarsi.

Il ddl Cirinnà, invece, finirebbe per peggiorare la situazione. Il testo attuale del progetto di legge, prevedendo la stepchild adoption, consentirebbe questa forma di adozione anche alle coppie omosessuali. Inoltre, con l’eventuale equiparazione delle unioni  civili – anche omosessuali – al matrimonio, non si potrebbe negare alle coppie di persone dello stesso sesso la possibilità di usufruire degli stessi diritti di quelle sposate. Tra essi, anche quello all’adozione. La legge italiana non consente l’adozione alle coppie omosessuali? Quest’ultime potrebbero ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’uomo per vedersi accordato il diritto di adottare.

Con quali conseguenze?  La possibile chiusura, da parte di alcuni Paesi di origine, delle adozioni internazionali verso l’Italia. La storia recente insegna.

Prendiamo il caso della Russia. Il Cremlino ha deciso di non concedere più l’adozione dei suoi minori abbandonati alle coppie, anche eterosessuali, provenienti da quei Paesi in cui è autorizzato il matrimonio omosessuale. Questo ha portato alla chiusura delle adozioni internazionali verso Paesi tradizionalmente accoglienti, come Stati Uniti e Francia.

E che dire del caso–Repubblica Democratica del Congo? A settembre del 2013 Kinshasa ha bloccato l’emissione dei visti di uscita per i minori adottati da famiglie straniere. La decisione scaturì proprio dal fatto che un cittadino canadese, dichiaratosi single, dopo aver adottato un minore del Paese africano, tornò nel suo Paese e, insieme al compagno omosessuale, “celebrò” la sua adozione non come single, ma come membro di una coppia gay. Kinshasa non gradì e decise la moratoria, non ancora superata dopo due anni e mezzo di drammatiche vicissitudini.

Il ddl Cirinnà, quindi, rischierebbe di dare un ulteriore colpo a un’adozione internazionale già in agonia.

Un caro saluto,

 

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.