Unioni civili. Gandolfini (Difendiamo i nostri figli): “Se dal maxi-emendamento dovesse emergere un nuovo modello di famiglia, votarlo sarebbe un vero tradimento da parte di parlamentari che si definiscono cattolici”

gandolfiniUna legge inutile e ingiusta non può togliere spazio alle reali necessità dei cittadini. Massimo Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli” torna così a denunciare il paradosso rappresentato dall’urgenza con cui il mondo politico punta all’approvazione del disegno di legge sulle unioni civili. L’occasione che ha visto Gandolfini ribadire il suo netto “no” al ddl Cirinnà è stata una conferenza stampa che si è tenuta al Senato martedì 23 febbraio, alla quale hanno partecipato vari rappresentanti delle realtà che si oppongono alla proposta di legge, tra cui il presidente di Amici dei Bambini Marco Griffini.

Il neurochirurgo e organizzatore del Family Day del 30 gennaio definisce la legge sulle unioni civili “inutile” e dovuta a un’urgenza che è solo “strumentale e politica”. Mentre i cittadini hanno ben altre emergenze, a cominciare dalle famiglie numerose o dalle vedove che “si vedono riparametrare la pensione”.

Innegabile però che la grande manifestazione del Circo Massimo sia sul punto di conseguire il suo primo grande risultato: lo stralcio della stepchild adoption dal ddl Cirinnà. “Una vittoria, sia pure parziale, del Family Day – rivendica Gandolfini -, senza il quale sarebbe passata, nelle pieghe della legge, anche una pratica come l’utero in affitto, sulla quale ora gli italiani stanno esprimendo contrarietà”.

Siamo di fronte a un risveglio popolare, quindi: il passaggio “da una maggioranza silenziosa a una cittadinanza attiva”. Ed è temendo questo che, per Gandolfini, si ha tanta fretta di arrivare all’approvazione definitiva della legge. Cercando fino all’ultimo di ignorare la voce di decine di milioni di famiglie rappresentate dal popolo del Circo Massimo, infinitamente di più delle coppie omosessuali che, come stima il portavoce di “Difendiamo i nostri figli”, sarebbero solo 7.500, ovvero lo 0,025% della popolazione italiana.

Per questo Gandolfini avverte il mondo della politica: “Se sul maxi-emendamento fosse posta la fiducia e attraverso di esso dovesse emergere un nuovo modello di famiglia – dice -, votarlo sarebbe un vero tradimento da parte di parlamentari che si definiscono cattolici. Questi parlamentari devono avere bene in chiaro quel che dicono la tradizione e il magistero della Chiesa. Sarebbe scandaloso che un testo che contenesse istanze opposte a quelle cattoliche passasse con il voto di tali parlamentari”.

La battaglia del comitato, però, non si limita alla richiesta eliminare la stepchild adoption. A suscitare preoccupazione c’è anche l’equiparazione delle unioni civili con la famiglia costituzionale: una decisione che potrebbe provocare, sia in Italia che in Europa, sentenze che di fatto aprirebbero alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. Altra decisione inutile e ben lontana dall’interesse dei minori. Tanto più che, per risolvere i casi speciali, c’è già l’articolo 44 della legge 184/1983, che Gandolfini auspica che non venga modificata per aprire alle adozioni gay.

 

Fonte: Avvenire, La bussola quotidiana