Dopo le unioni civili, ora strada aperta alle adozioni internazionali per le coppie omosessuali. La vittoria di Pirro di Alfano e il doppio successo di Renzi

senatoLa partita sulle adozioni per le coppie omosessuali è tutt’altro che chiusa con il “sì” del Senato al maxiemendamento al disegno di legge Cirinnà. Sono passate solo poche ore dall’approvazione, da parte di Palazzo Madama, del ddl sulle unioni civili ed ecco che, senza farne più mistero, si apre la strada a una riforma della legge sulle adozioni internazionali per permettere alle coppie dello stesso sesso di adottare anche un minore straniero.

Sì, “anche”. Perché l’adozione nazionale, al di là di quanto il bombardamento mediatico di questi ultimi mesi ha tentato di farci credere, era già possibile. Lo ha testimoniato più volte l’ex presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, Melita Cavallo, la quale per ben 14 volte ha autorizzato l’adozione di un minore da parte di coppie omosessuali ricorrendo all’articolo 44 della legge 184/1983, quello relativo alle adozioni in casi speciali.

Si svela quindi il grande bluff contenuto nella prima bozza del ddl Cirinnà. Il gioco consisteva nel fare approvare la stepchild adoption, ovvero l’adozione del figliastro, non con l’obiettivo, dichiarato, di sistemare quei 529 casi di minori che attualmente vivono con coppie omosessuali conviventi, ma con l’intenzione di aprire tout court anche a queste ultime la strada alle adozioni internazionali.

La stepchild adoption come adozione del figliastro infatti era del tutto superflua. Come più volte sostenuto da Amici dei Bambini – e come comprovato dalle affermazioni e dall’operato di Melita Cavallo al Tribunale di Roma –, l’attuale legislazione già prevede la possibilità di risolvere i casi pendenti per assicurare la tutela dei diritto dei minori anche all’interno di coppie dello stesso sesso. Ma questo aspetto, nonostante venga ribadito da più parti – per rendersene conto basta sfogliare i giornali di oggi -, sembra non venire considerato.

Altra scelta strumentale, quest’ultima. Perché lo stralcio dell’adozione dal ddl sulle unioni civili, considerata dal ministro Alfano una sua vittoria, è in realtà per lui una sonora sconfitta. Mentre rappresenta una grande vittoria per il premier Renzi e il suo partito.

Alla luce di quanto accaduto in Senato, infatti, il Partito Democratico potrà facilmente riscuotere il suo credito. Il Pd ha accontentato Alfano accettando di stralciare l’adozione dal ddl Cirinnà. Ora vorrà qualcosa in cambio: facile immaginare che questo “qualcosa” sarà un’immediata riforma della legge sulle adozioni.

Le prime proposte in questo senso sono già arrivate. A cominciare da quella annunciata dalla vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e altri 7 esponenti dem nell’ordine del giorno in cui si impegnava il governo a realizzare una riforma della legge sulle adozioni presentata come l’unica strada che, aprendo anche a coppie di fatto e single, avrebbe limitato il ricorso all’utero in affitto. All’indomani dell’approvazione del ddl sulle unioni civili, torna a farsi sentire anche la deputata del Pd Monica Cirinnà che, intervenendo nel corso della trasmissione televisiva “Agorà” ha rivelato che “un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto” e che questo “verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà al Senato blindato’.’

La risposta del Nuovo Centrodestra, in realtà, non si è fatta attendere. “Verrà fatta una valutazione quando sarà il momento  – ha precisato il ministro della Famiglia Enrico Costama per ora all’ordine del giorno non c’è la riforma delle adozioni.

Insomma, all’interno dello stesso governo, c’è chi chiede la riforma e chi la smentisce. L’unica cosa certa, in questo quadro, è che una nuova battaglia è iniziata. Quella che vede opposto il partito di Alfano a quello di Renzi. Anche se la conclusione pare già di conoscerla.

Eliminato di fatto, con il ricorso alla fiducia, ogni dibattito parlamentare e con gli esponenti del Movimento 5 Stelle “redenti sulla via di Damasco”, è evidente che ciò che non si è voluto fare entrare dalla finestra, ovvero l’adozione del figliastro, lo si farà entrare dalla porta principale: la riforma dell’adozione internazionale.

A quel punto Renzi risulterà doppiamente vincitore. E sempre sulla pelle dei bambini. Per il momento, le coppie omosessuali hanno avuto la prima legge pensata apposta per loro. Poi arriverà la riforma dell’adozione internazionale come la vuole il premier. Il quale, utilizzando il grimaldello delle adozioni per le coppie gay, farà includere in quella riforma tutto ciò che vorrà.

Ma del resto, già nei suoi primi 2 anni di governo, Renzi ha fatto chiaramente capire quale riforma ha in mente. Un’adozione internazionale interamente in mano allo Stato, escludendo quindi la società civile e in particolare l’area cattolica con le sue “manie” di obiezione di coscienza” per le coppie omosessuali. L’idea del premier è quella di una sola grande agenzia statale che tenga i contatti diretti con le coppie – e i casi della Bielorussia, del Burundi e della Repubblica Democratica del Congo lo dimostrano -, un numero ridotto di adozioni che permetta di renderle gratuite, la scelta dei Paesi di origine operata direttamente dal governo. Stiamo assistendo quindi a una sistematica distruzione di un’adozione internazionale fondata sulla sussidiarietà e centrata sui movimenti di genitori adottivi, vero fiore all’occhiello dell’accoglienza dei minori disagiati. Quando tutto sarà in mano allo Stato, invece, sarà lo Stato stesso a decidere quali famiglie potranno adottare e quali bambini potranno essere adottati.