Adozioni in Congo. Gli 82 giorni di Teresa e quella vita che non aspetta

cropped-primopianoGli 82 giorni di Teresa. Dal 14 gennaio al 5 aprile: meno di tre mesi in cui questa giovane donna napoletana è stata mamma del piccolo Michael, un bambino congolese che ha avuto l’opportunità di avere una famiglia solo dopo anni di sofferenze, rabbia, disperazione e giorni contati nel chiuso di un istituto di Kinshasa.

Oggi mamma Teresa non c’è più. L’ha portata via un male gravissimo, contro il quale aveva lottato strenuamente, animata dalla voglia di non andare via senza aver potuto prima abbracciare quel bambino tanto desiderato. Quella brutta bestia, il cancro, si era presentata  proprio mentre lei attendeva l’arrivo di suo figlio e l’inizio di una nuova vita. Teresa aveva capito che non aveva più molto tempo a disposizione. E così, mentre la burocrazia continuava a mettere i bastoni tra le ruote a questa meravigliosa storia di amore, lei non si fermava. Continuava a chiedere spiegazioni sul perché suo figlio ancora non potesse arrivare in Italia, insisteva al telefono perché non vedeva l’ora di abbracciarlo, voleva portarlo a casa il prima possibile. Sapeva che la vita non aspetta.

Ad aspettare sono stati costretti loro, per anni: mamma Teresa, papà Werner e il piccolo Michael.

Tutto comincia il 25 settembre 2013: una data dolce e amara. Dolce perché quel giorno Teresa e suo marito si mettono in tasca il biglietto per la Repubblica Democratica del Congo. Sono pronti per andare a prendere il loro bambino. Insieme a loro partono anche Paolina e Michele, altra coppia di neogenitori conosciuta durante il percorso adottivo. Hanno scoperto che i loro figli, Michael e Jordan, sono stati abbandonati lo stesso giorno nell’istituto di Kinshasa dove vivono da quando hanno 3 anni. Da quel giorno sono inseparabili e crescono come fratelli. Così anche le due famiglie decidono di conoscersi e di condividere la loro esperienza per consentire ai bambini di continuare a vedersi anche in Italia. Ma nelle stesse ore di quel 25 settembre, il governo congolese decine di bloccare le adozioni. Il sogno diventa un incubo.

Da allora, più di due anni fatti di difficili relazioni internazionali, contrasti tra governi, graduale distensione, fino allo sblocco delle pratiche e all’inizio della revisione dei dossier da parte di una Commissione interministeriale congolese creata ad hoc per la vicenda. Nel piccolo della loro famiglia, per Teresa e Werner inizia un’odissea fatta di telefonate degli altri genitori in attesa, ritardi, errori, disperazione.

Fino all’epilogo: il 14 gennaio 2016, all’aeroporto di Fiumicino, con Teresa che teneva in mano una foto di Michael. E lui, sceso dall’aereo, che camminava spaesato. Poi ha messo a fuoco la sua mamma tra le tante persone in attesa. Finalmente l’abbraccio, dopo quasi 900 giorni di attesa.

Un abbraccio durato solo 82 giorni. Neppure negli ultimi di questi Teresa ha mostrato segni di disperazione. “Sono felicissima, a volte non credo ancora che lui stia dormendo nell’altra stanza”, diceva. Della malattia non parlava mai.

Ora Michael, la cui vita è già stata messa tante volte a dura prova, sta provando a capire che la sua mamma non c’è già più. Ci riuscirà, forte di questi 82 giorni: più importanti dei 900 di attesa e degli 8 anni trascorsi in orfanotrofio.

 

Fonte: Avvenire