Iniziativa di Scagliusi (M5S). Pavoni (Genitori Rdc): “Non siamo di fronte solo a problemi di adozioni internazionali, ma una vera sospensione della democrazia in Italia”

scagliusi“Non stiamo parlando solo di adozioni internazionali, ma della tenuta democratica del nostro Paese”. È un fiume in piena l’avvocato Alba Pavoni, mamma adottiva di un bambino della Repubblica Democratica del Congo che da quasi 1.000 giorni attende di raggiungere la propria famiglia in Italia. Alba Pavoni è intervenuta, martedì 10 maggio, alla conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Emanuele Scagliusi del Movimento 5 Stelle, già da tempo impegnato sui tanti problemi che affliggono le adozioni internazionali in Italia.

Dopo aver ripercorso la vicenda del blocco della concessione dei visti di uscita ai bambini adottati all’estero, stabilita dalle autorità di Kinshasa a settembre 2013, Pavoni denuncia come i genitori adottivi italiani siano stati lasciati soli dalle nostre istituzioni. “La Commissione Adozioni Internazionali ha scelto di tenerci estranei a ogni passaggio della vicenda. La Cai ci allontana e ci respinge : ci viene detto solo  di stare tranquilli”.

È a seguito di questa situazione che 60 tra madri e padri adottivi in attesa hanno deciso di costituirsi nel comitato “Genitori Rdc”. Ed è come rappresentante di questo comitato che Alba Pavoni è intervenuto alla conferenza stampa, “come voce dei nostri figli e del loro  diritto a vivere in una famiglia”.

Purtroppo, nel corso dei mesi, non sono finite le totali inefficienze della Cai nella gestione della situazione delle adozioni internazionali in Congo, del progressivo sblocco delle procedure e del graduale arrivo dei bambini. Pavoni ricorda infatti che alcuni genitori hanno ricevuto la notizia dell’arrivo dei loro figli “nel cuore della notte”. E che i genitori dei bambini che vivono a Goma “non hanno notizie dei loro figli da 20 mesi”, mentre la Cai, che ha avocato a sé le relative procedure, non ha affatto risolto le situazioni.

“A oggi, 61 minori sono ancora bloccati nel loro Paese – ha ricordato Pavoni -: siamo disperati all’idea che i nostri figli si trovino in luoghi in cui possano avere solo un pezzo di pesce secco al giorno e un letto da dividere con altri bambini”.

Nel frattempo, tutte le richieste di chiarimento presentate sia alla Cai che al governo sono rimaste “lettera morta”, nonostante la Commissione debba essere un’istituzione al servizio dei cittadini. Da qui, in conclusione, l’invito di Pavoni al premier Renzi, di vigilare sulla loro vicenda.