Minori stranieri non accompagnati, nei primi 6 mesi del 2016 +138% rispetto al 2015. “Accoglienza” indegna, ma lo Stato ignora la disponibilità di migliaia di famiglie

misna al portoPoteva essere un’altra strage, un’altra interminabile conta delle vittime. Invece i soccorsi hanno tratto in salvo, seppur in condizioni critiche, quasi tutti i 352 migranti, tra cui molte donne e bambini, la maggior parte di nazionalità eritrea, che viaggiavano su un barcone naufragato a 17 miglia dalle coste libiche, al largo di Malta, nella notte di martedì 12 luglio. Quasi tutti, appunto. Perché 4 di loro non ce l’hanno fatta. I corpi senza vita sono stati trovati intrappolati nella stiva. Uno di loro era un ragazzino, a occhio e croce non aveva più di 13 anni. Non sappiamo se tra gli altri migranti salvati c’è qualcuno che lo sta piangendo o se viaggiasse da solo, come migliaia di altri ragazzi, a volte poco più che bambini, che lasciano la loro terra alla volta dell’Europa affrontando un viaggio terribile. Un viaggio che troppo spesso si conclude con la morte. O che, in caso contrario, segna l’inizio di una vita piena di incognite.

Come il caso dei tanti altri giovani migranti che continuano ad approdare nel nostro Paese senza un adulto che li accompagni. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha diffuso i dati relativi al primo semestre del 2016 di questa vera e propria emergenza umanitaria che in questo periodo ha superato quota 10mila. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2016 i minori stranieri  non accompagnati arrivati sulle nostre coste sono stati  10.524, più del doppio dei 4.410 registrati nello stesso periodo del 2015. Per la precisione l’aumento è stato del 138%.

Numeri che continuano a mettere a dura prova la capacità di accoglienza delle strutture che da mesi hanno esaurito i posti a disposizione. E che costringono i giovani migranti a una sopravvivenza in condizioni indegne per un minore. Ne è un esempio l’hotspot di Pozzallo, dove centinaia di ragazzini vivono in situazione di promiscuità con gli adulti e in condizioni davvero precarie. Ancora peggio ciò che avviene al porto di Augusta, dove non c’è neppure un hotspot e dove i minori restano per giorni in attesa di una destinazione che non arriva o tentano la fuga per strada. Sono migliaia, infatti, i minori stranieri non accompagnati che fanno perdere le proprie tracce, finendo nel tunnel dell’illegalità, dello sfruttamento, della prostituzione.

Sono questi i drammatici effetti della cronica incapacità delle istituzioni italiane di gestire l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Mentre i grandi centri sono perennemente al collasso, lo Stato continua a ignorare quella risorsa già disponibile e pronta ad aprire le porte ai giovani migranti soli che è rappresentata dalle famiglie. Una proposta di legge per l’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati è arenata alla Camera da quasi 3 anni e i Comuni non ricevono fondi dallo Stato per sostenere questa forma di accoglienza. Così anche le oltre 2mila famiglie che, nell’ambito del progetto Bambini in Alto Mare di Amici dei Bambini, hanno dato disponibilità all’affido restano ancora in attesa. Davanti a queste inefficienze, però, Ai.Bi. non si ferma. Anzi, amplia la propria rete di accoglienza: recentemente è stata aperta in Lombardia la “Casa di Pinocchio”, una struttura di pensata proprio per garantire ai minori stranieri non accompagnati un’accoglienza a misura di bambino.

 

Fonte: la Repubblica