Adozioni internazionali. Nei viaggi all’estero c’è sempre un referente di Ai.Bi. che ci accompagna?

Buongiorno Ai.Bi.,

siamo una coppia intenzionata a intraprendere il percorso dell’adozione. Tra le due possibilità – nazionale e internazionale – ci affascina particolarmente l’ipotesi di accogliere un bambino straniero. Siamo perfettamente coscienti dell’impegno economico e di tempo necessario e sappiamo che le procedure sono piuttosto complesse. A tutto questo pensiamo di essere relativamente preparati.

C’è un altro aspetto, però, che ci preoccupa. Sappiamo che ogni iter di adozione internazionale comporta la necessità di effettuare almeno un viaggio nel Paese di origine del nostro futuro figlio. Questo, sinceramente, ci spaventa un po’, considerando che per entrambi si tratterebbe della prima esperienza all’estero e non ce la caviamo bene con le lingue straniere.

Vi scriviamo quindi per sapere se, nel corso del periodo da trascorrere all’estero, la coppia adottiva viene assistita dal vostro personale locale oppure deve provvedere da sola alle proprie necessità.

Grazie per le informazioni,

Ilaria e Alberto

 

ireneCari coniugi,

Ai.Bi. accompagna le coppie adottive verso l’incontro con il proprio figlio in ogni fase di questo percorso. Pertanto, non abbandona mai due genitori adottivi, tantomeno nel periodo da trascorrere all’estero. In ogni caso, quindi, un referente locale di Ai.Bi. sarà presente ad accogliervi nel Paese di origine del vostro futuro figlio.

A seconda del Paese cambia il numero dei viaggi previsti dall’iter adottivo. Vi faccio qualche esempio. In quelli sudamericani, per esempio – come Perù, Cile, Brasile e Colombia – è previsto un solo viaggio di durata variabile: dai 40 giorni (in media) del Perù ai due e mezzo del Cile. Un solo viaggio, in questo caso di 3 settimane, è previsto anche per la Cina. Due invece le trasferte richieste per poter adottare in Bulgaria e in Romania, 3 in Russia e 2/3 o, in qualche caso, anche di più per quanto riguarda l’Albania.

Nella quasi totalità dei casi, i genitori adottivi vengono accolti dai nostri referenti locali già all’aeroporto di arrivo, che in genere è quello della capitale del Paese. Nel caso in cui il bambino da adottare viva in una regione diversa, la coppia effettuerà un secondo spostamento: anche in questo caso non mancherà la presenza del referente locale di Ai.Bi. o di una persona individuata da quest’ultima. In Cina un secondo spostamento è previsto fin dall’inizio: quello da Pechino a Xi’An, la località in cui si trovano i figli delle coppie adottive di Ai.Bi.

Il nostro referente accompagnerà la coppia a tutti gli appuntamenti previsti dall’iter adottivo: dal colloquio con i rappresentanti dell’Autorità Centrale locale all’incontro con il bambino, dalle udienze al disbrigo di tutte le procedure e i vari aspetti burocratici.

È da segnalare però il caso della Romania. La legge rumena, infatti, non prevede la presenza di intermediari nell’iter adottivo. Pertanto la referente locale di Ai.Bi. non può accompagnare la coppia nei suoi vari appuntamenti. Questi sono fissati dalle autorità rumene, mentre sono gli operatori dei servizi sociali a occuparsi di accompagnare i coniugi nei loro impegni burocratici. La referente di Ai.Bi., nel frattempo, provvede alle pratiche di espatrio e traduzione dei documenti.

A presto,

 

Irene Bertuzzi

Adozioni Internazionali di Ai.Bi.