Migranti, 5mila minori non accompagnati scomparsi da inizio 2016. Albano (Garante infanzia): “Serve una cabina di regia per l’accoglienza”

filomena albano

Oltre 5mila giovanissimi migranti “scomparsi” nei primi 6 mesi del 2016: 28 al giorno. Un numero di minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia che il 31 luglio di quest’anno aveva già superato quello dell’intero 2015: 13.705 contro 12.360. Molti rimangono confinati per un tempo indeterminato nei centri di prima accoglienza in cui dovrebbero rimanere al massimo 48-72 ore. E dai quali scappano con l’obiettivo di proseguire il loro viaggio verso altri Paesi europei, per poi trovarsi a vagare per strada, esposti a rischi ancora maggiori. Una situazione drammatica che mette in luce tutta l’inadeguatezza del sistema di accoglienza italiano che non riesce a fornire condizioni di vita dignitose alle migliaia di migranti minorenni che sbarcano da soli sulle nostre coste. E che ha indotto Filomena Albano, Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, a invocare una rapida uscita “dalla logica emergenziale” e l’istituzione di una cabina di regia che abbia la fotografia della disponibilità delle strutture su tutto il territorio, per consentire il trasferimento nella seconda accoglienza nel rispetto dei tempi previsti dalla legge”.

Albano riprende quindi la proposta di una cabina di regia per il coordinamento dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, chiesta da anni dalle realtà del non-profit impegnate in questo campo, ma mai realizzata dalle istituzioni. Con il risultato che, a causa delle continua improvvisazione, la maggior parte dei giovani migranti soli resta bloccato per settimane nei grandi centri cronicamente sovraffollati, privi di servizi adeguati anche dal punto di vista igienico-sanitario. Dai quali inevitabilmente tenta la fuga. Solo 1850 sono i posti a disposizione dei minori nei centri Sprar, destinati solo a coloro che richiedono asilo in Italia: una rete di piccoli centri gestiti da enti privati che fanno riferimento ai Comuni che hanno aderito a questo sistema di accoglienza, in espansione ma ancora insufficiente. Per gli altri giovanissimi migranti non accompagnati, le possibili destinazioni sarebbero le comunità per minori o le famiglie affidatarie.

Ora una nuova norma consente ai prefetti di disporre l’attivazione di strutture ricettive temporanee di massimo 50 posti, dedicate solo ai minori ultra14enni, nel caso in cui non siano disponibili posti nei centri Sprar o l’accoglienza non venga assicurata nel Comune in cui il minore si trova. “E’ importante verificare l’attuazione operativa di questa possibilità – commenta Albano -, perché si possa offrire un’adeguata tutela dei minori. È necessario poter assicurare loro modalità e standard appropriati ai loro bisogni, con tempi certi e limitati di permanenza in queste strutture temporanee”.  “L’Autorità Garante monitorerà l’applicazione pratica e operativa di questa norma”, assicura Albano, che sottolinea la necessità di “una riforma organica della materia attraverso l’emanazione di una nuova legge”.

Per Amici dei Bambini, che con la sua campagna Bambini in Alto Mare si occupa da anni dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, è fondamentale dare la possibilità di intervenire anche alle famiglie. Più di 2mila sono quelle che si sono dette disponibili ad accogliere i minori stranieri non accompagnati. Ma a livello istituzionale questa forma di accoglienza non viene incoraggiata, a parte sporadiche iniziative isolate da parte di alcuni Comuni. Le istituzioni continuano a considerare quella dell’affido familiare una possibilità dispendiosa in termini di tempo e di preparazione. Con la conseguenza che a migliaia di minori sbarcati da soli si nega la possibilità dell’unica vera accoglienza a misura di bambino, quella famigliare, lasciandoli nei grandi centri senza concrete speranze per il futuro. Un futuro che essi scelgono di cercare con la fuga.

 

Fonti: Agensir, Askanews