Augusta. Cercano disperatamente la mamma per ore, ma lei non c’è più

vittime sbarchi

Hanno negli occhi lo shock dell’ennesimo dramma dei bambini migranti. Così sono arrivati nel porto siciliano di Augusta 2 piccoli profughi partiti dal Nord Africa accuditi dalla loro mamma e giunti in Italia orfani. La donna, infatti, non ce l’ha fatta: ha perso la vita nell’ultimo disperato tentativo di sfuggire all’affondamento dell’imbarcazione su cui viaggiava con i suoi figli.

È la mattina del 5 settembre, poco prima dell’alba, quando una nave della missione congiunta Moas – Croce Rossa arriva nei pressi di un gommone in avaria e pieno d’acqua. In preda al panico, le 150 persone che vi erano ammassate a bordo cominciano a gettarsi in acqua. Quella parte di mare nel canale di Sicilia,  nel giro di pochi minuti, si riempie di carburante, teste e mani che si dimenano e chiedono aiuto. I soccorritori sono costretti a buttarsi in acqua essi stessi per cercare di salvare più vite possibile. Il loro sforzo è enorme e riesce a limitare un bilancio che, alla fine, è comunque drammatico: 7 morti, tra cui la mamma dei 2 bambini.  I quali continuano a cercarla disperatamente per ore, per poi rassegnarsi alla tragica verità: la loro mamma non c’è più.

I 2 piccoli vanno a incrementare il numero dei minori stranieri non accompagnati giunti in Italia nel 2016. Al 31 luglio, il numero di migranti minorenni giunti da soli aveva già superato la cifra raggiunta in tutto il 2015: 13.705 contro 12.360. Un numero enorme, ma pur sempre una piccola parte dei 28 milioni di bambini che, attualmente nel mondo, si trovano in Paesi diversi da quello di origine, fuggiti a causa delle guerre. A questi bisogna aggiungere i minori sfollati all’interno dei loro Paesi e quelli che emigrano per trovare un futuro migliore e una vita più sicura. In tutto sono  50 milioni i bambini migranti nel mondo. I quali, dopo i pericoli del viaggio, spesso sono costretti a sopportare xenofobia e discriminazione e non hanno la possibilità di andare a scuola.

Nel 2015, il 45% di tutti i piccoli rifugiati arrivava da Afghanistan e Siria. In quest’ultimo Paese, però, Amici dei Bambini è presente con i suoi interventi di supporto alimentare e protezione dei minori nell’ambito della campagna Non lasciamoli soli: un’iniziativa che ha già permesso a migliaia di bambini di ritrovare condizioni di vita dignitose, nonostante la guerra in atto, risparmiando loro i rischi della fuga a bordo dei barconi. Un’avventura che troppo spesso si conclude con la morte dei bambini o dei loro genitori.

 

Fonte: Avvenire, La Stampa