Siria, dopo il negoziato Usa-Russia scatta la tregua appesa a un filo: giorni cruciali per alleviare le sofferenze di migliaia di bambini allo stremo

kerry-lavrov-535x300La guerra in Siria è giunta a un “punto di svolta” in direzione della fine del conflitto. Così il segretario di Stato americano John Kerry ha definito la tregua di 48 ore che partirà alle ore 19 (le 18 in Italia) di lunedì 12 settembre, in coincidenza con il primo giorno della festa islamica di Eid ad Adha. Il cessate il fuoco è il risultato di un accordo tra Stati Uniti e Russia, raggiunto nella serata di venerdì 9 a Ginevra, dopo 13 lunghe ore di mediazione fra lo stesso Kerry e il ministro degli Esteri di Mosca Serghiei Lavrov. Una tregua appesa al filo sottile degli equilibri tra le forze fedeli al presidente siriano Bashar al-Assad, i gruppi ribelli e i rispettivi alleati. Ma pur sempre un’occasione preziosa per portare aiuti a milioni di persone che da mesi non ricevono più cibo e medicinali.

I termini dell’accordo prevedono che il Cremlino impedisca ad Assad e alle milizie sciite che lo appoggiano di attaccare i ribelli “moderati”. A questi ultimi, gli Usa dovranno proibire di attaccare il regime di Damasco e i curdi, i quali, a loro volta, non potranno utilizzare le armi. Dall’accordo sono esclusi i gruppi terroristi – l’Isis e Jabat al-Fatah al-Sham (il nuovo nome di Al-Nusra, versione siriana di Al-Qaeda), sui quali potrebbero concentrarsi i raid congiunti di Washington e Mosca qualora la tregua riesca a resistere per una settimana. L’obiettivo finale è quello di creare dapprima una collaborazione militare sul campo e poi le condizioni per la ripresa dei negoziati di pace per arrivare a una transizione politica del Paese.

Purtroppo, l’immediata vigilia della tregua non ha mancato di macchiarsi di sangue. Sono almeno 100 i civili che hanno perso la vita nell’ultimo week end. Il mercato di Idlib, nel nord della Siria, è stato colpito da un raid aereo che ha provocato 58 morti e 90 feriti. Altre 45 persone sono rimaste vittima di un bombardamento che ha colpito Aleppo.

Quest’ultima è la città in  cui la situazione umanitaria risulta più drammatica, con almeno 300mila abitanti della zona est che da mesi non ricevono aiuti, ma solo bombe che hanno ucciso centinaia di persone, tra cui decine di bambini. La tregua ha, tra i suoi obiettivi, anche quello di permettere ai convogli umanitari di portare cibo e medicinali nelle città e nei quartieri assediati.

Il cessate il fuoco è dunque un’occasione importante per alleviare le sofferenze della popolazione civile che, in diverse aree del Paese, vive ormai in condizioni disperate. Tra queste aree ci sono quelle di Idlib, Aleppo, Homs e Rural Damasco, in cui Amici dei Bambini è presente con i suoi interventi di sostegno alimentare e protezione dei minori. Grazie all’impegno di Ai.Bi. oltre 13mila sfollati interni – persone che hanno perso tutto a causa della guerra e non hanno più nemmeno una casa – hanno potuto ritrovare condizioni di vita dignitose nel loro Paese, nonostante il conflitto. Ma sono solo una piccola parte dei quasi 8 milioni di sfollati che si trovano all’interno della Siria. La tregua è il momento opportuno per accelerare il nostro impegno e portare cibo, beni di prima necessità e sostegno psico-sociale a migliaia di bambini che vogliono riconquistare un po’ di serenità. Per aiutarci in questa missione, ora più che mai, non perdere tempo: sostieni la campagna Non lasciamoli soli di Ai.Bi. in Siria.

 

Fonti: Ansa, Corriere della Sera, Linkiesta, La Stampa