La legge approvata dalla Camera: i minori stranieri non accompagnati devono essere affidati a una famiglia, non stipati in un centro di assistenza

camera-dei-deputati350È finalmente arrivata l’ora di maggiori tutele per i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia. Dopo un iter durato più di 3 anni, mercoledì 25 ottobre la Camera dei Deputati ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge presentato dalla deputata del Partito Democratico Sandra Zampa. Il ddl ora passa all’esame del Senato con l’obiettivo dichiarato dai firmatari di arrivare entro la fine del 2016 al via libera definitivo alla legge che, da parte delle nostre istituzioni, vorrebbe dire anche accogliere gli appelli di papa Francesco, a cominciare da quello lanciato al termine del recente viaggio ecumenico in Svezia. Il testo del ddl, unico a livello europeo, contiene diverse novità, a cominciare dalla priorità, in materia di accoglienza, data all’affido famigliare rispetto alle strutture e alle comunità.

Vediamo nel dettaglio che cosa prevede la nuova legge.

Come accennato, viene introdotto un criterio di preferenza dell’affidamento famigliare rispetto al collocamento presso le comunità o i grandi centri di assistenza. Il Parlamento ha quindi recepito l’appello di numerose organizzazioni di Terzo Settore, tra cui Amici dei Bambini con la sua campagna Bambini in Alto Mare, che hanno più volte chiesto di prendere in considerazione quella preziosa risorsa rappresentata dalle migliaia di famiglie italiane che hanno già dato disponibilità ad aprire le porte delle loro case ai minori stranieri non accompagnati. In questo modo si potrà quantomeno limitare il fenomeno della fuga dei giovanissimi migranti dai grandi centri, perennemente al collasso, in cui fino a oggi venivano collocati in condizioni di promiscuità con gli adulti. Si stima, infatti, che solo nel 2015, almeno 5mila minori stranieri soli abbiano fatto perdere in questo modo le proprie tracce. L’affido famigliare permetterà invece di garantire loro un’accoglienza davvero a misura di minore, con l’affetto e il calore che solo una  famiglia può assicurare, con ricadute positive anche sul processo di integrazione dei giovani migranti in Italia. Sempre in quest’ottica, il ddl assegna agli enti locali il compito di sensibilizzare e formare le famiglie affidatarie e prevede l’istituzione presso ogni Tribunale per i Minorenni di appositi elenchi di tutori volontari disponibili ad assumere la tutela dei piccoli migranti soli. Confermata, inoltre, la possibilità di affidamento ai servizi sociali fino ai 21 anni.

Sempre in materia di accoglienza, viene ridotto da 60 a 30 giorni la durata massima del trattenimento dei minori strutture di prima accoglienza e viene introdotto un termine di 10 giorni entro il quale effettuare le operazioni di identificazione. Queste si svolgeranno con una procedura unica e con modalità non invasive, basate su colloqui con personale qualificato ed eventuali esami socio-sanitari. Nel caso permangano dubbi sulla situazione anagrafica del migrante, varrà la presunzione della minore età.

La legge approvata alla Camera introduce poi il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei minori stranieri non accompagnati, salvo motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato e solo a condizione che non comporti “un rischio di danni gravi per il minore”.

Le minori possibilità di rimpatrio portano con sé un probabile aumento dei giovanissimi migranti. Si dovrà necessario incrementare il numero di posti disponibili: sarà quindi la capienza del sistema a doversi adeguare alle effettive presenze dei minori nel Paese e non il contrario. A questo scopo, il ddl istituisce, presso il ministero del Lavoro, il “Sistema informativo nazionale dei minori stranieri non accompagnati” nel quale confluiranno tutti i dati dei minori stessi. Viene inoltre esteso anche a questi ultimi l’accesso ai servizi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Saranno infine rafforzati alcuni diritti già garantiti ai minori non accompagnati, in materia di sanità, scuola e giustizia. In primo luogo, viene estesa la piena garanzia dell’assistenza sanitaria con l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale. Le istituzioni scolastiche e formative regionali, dal canto loro, dovranno incentivare specifiche misure idonee a favorire l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Infine sarà garantita l’assistenza affettiva e psicologica dei minori in ogni stato e grado dei procedimenti giudiziari e il diritto di essere informati dell’opportunità di nominare un legale di fiducia.

La speranza, ora, è che anche il Senato approvi in tempi brevi una legge che garantisca finalmente un’accoglienza giusta, di tipo famigliare, ai migranti più fragili. Un tale provvedimento rappresenterebbe anche una costruttiva risposta da parte dell’Italia all’appello lanciato da papa Francesco sul volo di ritorno dalla Svezia. “Se un Paese ha una capacità di integrazione, faccia quanto può – ha detto il Pontefice -. Non è umano chiudere le porte e il cuore. Il rifugiato viene da situazioni di fame e di guerra terribile e il suo status ha bisogno di maggiore cura. Il rischio è che un migrante o un rifugiato  che non viene integrato si ghettizzi”.