Kenya. La lotta di Ai.Bi. contro l’abbandono: 115 adozioni nazionali, 242 bambini reinseriti in famiglia, 130 care leavers avviati al mondo del lavoro

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Sviluppare e rafforzare il senso di appartenenza alla famiglia, favorirne (laddove possibile) il reinserimento dei minori e supportare i care leavers nel delicato processo di “uscita” dai centri e reintegrazione in società con primo approccio con il mondo del lavoro.  Il tutto tenendo fede a un principio assoluto:  la protezione e la difesa delle categorie vulnerabili.

In questo modo Ai.Bi Kenya in tre anni di attività nel Paese africano, ha favorito il reinserimento in famiglia di 242 bambini, 115 minori sono stati adottati da famiglie  locali e assistito circa 130 care leavers organizzando incontri informativi e formativi di “mentorship” su tematiche delicate quali lavoro, abuso di sostanze alcoliche e droghe. E non solo: anche con l’avvio di stage e incontri individuali formativi “social and job inclusion” sul mondo del lavoro, corsi di computer e laboratori grazie ai quali apprendere competenze spendibili per un più proficuo reinserimento in società.

Numeri di tutto rispetto che danno merito di un impegno assiduo da parte di operatori e assistenti che lavorano nei 5 centri sostenuti da Ai.Bi in Kenya. Attività da “fiore all’occhiello” che è stata presa ad esempio da istituzioni locali e internazionali nel corso della conferenza finale del progetto “Trasformando la vita dei bambini istituzionalizzati e care leavers nelle contee di Nairobi e Kajiado” finanziato dal Ministero degli Affari Esteri della Cooperazione internazionale e iniziato a Aprile del 2014.

Il tema della conferenza, svoltasi lo scorso 23 febbraio a Nairobi, e a cui hanno partecipato centinaia di esperti internazionali del settore pubblico e del privato, è stato “Ogni bambino appartiene alla famiglia” e ha rappresentato il cuore di tutto il lavoro fatto in questi tre anni di progetto, l’importanza per i bambini e i care leavers, con cui Ai.Bi. ha lavorato, di sviluppare e a volte rafforzare il senso di appartenenza alla famiglia sia la propria famiglia biologica ma in alcuni casi anche la famiglia allargata.

La conferenza è stata aperta dal rappresentante dell’Agenzia della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, Paolo Razzini, che ha sottolineato l’importanza del progetto e l’impegno della Cooperazione Italiana nel promuovere programmi di sviluppo in Kenya.

E’ stato da tutti evidenziato la proficua collaborazione con Ai.Bi,  nel progetto soprattutto per la diffusione delle linee guida per le migliori pratiche negli istituti e le forme alternative di accoglienza in Kenya.

La rappresentate Paese di Amici dei Bambini, Elena Magoni, ha presentato i risultati del progetto. “Nell’arco dei tre anni sono stati reintegrati 242 bambini in famiglia – ha detto – , adottati 115 minori da famiglie locali e supportato circa 130 care leavers. Tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto del personale locale di Amici dei Bambini che spesso ha dovuto superare molte difficoltà per raggiungere l’obiettivo finale”.

Per l’intera giornata i partecipanti si sono confrontati sull’importanza della reintegrazione, di servizi di qualità per i bambini e per i giovani, e come si può migliorare l’inclusione sociale e lavorativa dei care leavers.

Uno dei momenti più commoventi è stata la testimonianza di Thomas Bosir, un care leaver che ha raccontato la sua esperienza di vita mentre era in istituto e come sia riuscito a farcela nella vita nonostante sia un ragazzo che vive con disabilità.

Quello dei care leavers è un dramma molto più esteso di quanto si possa immaginare. Stime e ricerche sull’argomento attestano che il 90% dei bambini che crescono in istituto e ne escono a 18 anni va incontro a un destino purtroppo segnato: suicidi, prostituzione e delinquenza solo il restante 10% si realizza nella vita.

Da qui l’importanza di progetti come, per l’appunto,  questo “Trasformando la vita dei bambini istituzionalizzati e care leavers nelle contee di Nairobi e Kajiado” finanziato dal MAECI.

Il Kenya stima circa 8,6 milioni di minori in condizioni di assoluta povertà. Amici dei Bambini opera stabilmente in Kenya dal 2008 e svolge le sue attività di Adozione a Distanza.