Adozioni internazionali in Italia:- 50% dal 2011 e -70% dal 2008. Ai.Bi. : “In questi tre anni c’è stata una paralisi totale delle pratiche d’adozione”

Un aereo in avvitamento carpiato che precipita quasi in verticale e sta per sfracellarsi a terra. Ecco a cosa assomiglia in questo momento il settore delle adozioni internazionali in Italia. Quello che fino a pochi anni fa, infatti, era uno dei fiori all’occhiello del terzo settore italiano, ora, va più che male. Dal 2011 a oggi infatti il calo supera il 50% (che si aggiunge a un -25% che c’era già stato tra 2008 e 2011).

A scrivere è Marco Monaco nelle colonne del quotidiano Gente Veneta pubblicato oggi, 09 giugno. Articolo che riportiamo nella sua versione integrale.

Dall’ufficio stampa nazionale di Ai.Bi confermano che “in questi tre anni ci sono stati un blocco e una paralisi totale delle adozioni internazionali che da fiore all’occhiello che erano nel passato, hanno registrato una crisi senza precedenti con le adozioni che hanno subìto un tracollo totale. Non si sono fatte missioni all’estero. Ma non solo. E’ successo di tutto: visite di delegazioni previste e poi saltate (come quella vietnamita o russa) o tenute top secret anche agli enti autorizzati (che poi sono i soggetti maggiormente interessati al buon esito ditali incontri), famiglie adottive abbandonate a se stesse ma anche disservizi, ritardi e incongruenze generate dallo stallo della Commissione adozioni internazionali, che è l’organo di controllo delle adozioni. Ogni contatto con le famiglie è stato volutamente azzerato e le relazioni internazionali ne sono state così danneggiate”.

“Ma venerdì 19 maggio è stata nominata dal Presidente del Consiglio la nuova vicepresidente del Cai Laura Laera, presidente del Tribunale dei Minorenni di Firenze. Ora l’auspicio è che la Cai torni a funzionare». Le richieste di Ai.Bi sono, infatti, che il settore torni a essere forte com’era sino a non tanti anni  fa e che si adottino delle misure precise da un punto di vista pratico ovvero, in concreto, che si riconvochi la Cai, visto che dopo la prima riunione introduttiva non è più stata convocata per tre anni; che venga riattivata la linea verde con le famiglie; che si sblocchino i rimborsi per le adozioni internazionali; che le mail di famiglie e di enti autorizzati non cadano più nel vuoto trovando una pronta risposta e non più quella automatica di internet di posta che riprendano gli incontri periodici con gli enti autorizzati; che si torni a convocare i tavoli di lavoro tra enti e autorità centrale per esaminare insieme le esigenze dei vari Paesi di origine dei minori; che riprendano le missioni all’estero per rinsaldare i rapporti con le autorità locali dei Paesi di origine e che si torni ad ospitare delegazioni delle Autorità centrali straniere per stringere accordi bilaterali.

Inoltre, in via più generale, Ai.Bi propone – conclude l’organizzazione – che si arrivi a gratuità dell’adozione internazionale, snellimento delle procedure adottive, abolizione dei viaggi multipli nei Paesi d’origine dei minori, istituzione di un funzionario delle adozioni presso ogni Ambasciata italiana, che ci sia tolleranza zero sui pagamenti in nero e la definizione di vacanze preadottive”.