famiglia, come lievitano i costi in caso di separazione, specialmente per i papà

Famiglia. Divorzi e separazioni aumentate del 57%: la vita grama dei papà separati

Le stime sono dell’associazione Crescere Insieme, che ha calcolato quanto la famiglia in generale e in particolare il papà rischi di essere penalizzato dal fallimento matrimoniale: un esito esponenzialmente cresciuto in Italia dopo l’approvazione del ‘divorzio breve’

Ma il nostro Paese resta ancora lontano da un’applicazione effettiva della legge 54/2006, che ha istituito l’affido condiviso: nel 94% dei casi il padre paga l’assegno e la madre si tiene il figlio

famiglia, come lievitano i costi in caso di separazione, specialmente per i papàSepararsi tra coniugi non è soltanto un fallimento enorme dal punto di vista umano e sentimentale: dietro quella decisione ‘fatale’ c’è anche un immenso costo sociale per i figli e un enorme costo economico per la coppia, che nella maggioranza dei casi ancora oggi, in Italia, finisce per gravare soprattutto sulle spalle del padre.

A confermarlo, dopo la notizia del ritardo di 12 anni nell’aggiornamento dei moduli richiesti per la rilevazione delle separazioni, mai aggiornati fino a qualche mese fa in base ai dettami della legge 54/2006, c’è ora anche il calcolo dei costi tra moglie e marito rilevato dall’associazione Crescere Insieme.

Le cifre del calcolo del costo dei figli sulla base dei dati Istat con la ripartizione delle spese per i due genitori hanno confermato che, in una famiglia, se mamma guadagna 1.500 euro e papà 2.500 euro, quando il bimbo ha due anni d’età il costo di pertinenza materna è intorno ai 300 euro, quello del padre ammonta a 520 euro. Quando il figlio raggiunge i nove anni, i costi salgono a 620 euro per il papà e a 370 per la mamma. Lieve crescita anche dopo i 15 anni, quando al papà sono richiesti 700 euro al mese, 400 alla mamma.

In caso di separazione, però, queste cifre possono lievitare anche fino al 30 per cento in più, incidendo per la gran parte sulle tasche del marito. Tutto questo nonostante dal 2006 la legge n.54 avesse previsto la nascita dell’affido condiviso. Opzione che voleva mettere l’Italia al passo degli altri Paesi europei, ma che, ad oggi, non è applicata in Tribunale nel 94% dei casi, nei quali il padre viene caricato dell’obbligo di assegno e la madre della cura esclusiva dei figli.

Dunque, per un marito separato, oltre il 50% di quanto guadagna se ne va in spese di sostentamento dei figli, a cui vanno aggiunti, oltre a quelli per avvocati e varie, pure i costi per la propria sussistenza: ecco perchè non sono pochi i padri separati che alla fine non ce la fanno e finiscono per toccare con mano i morsi della povertà.

Una povertà che negli ultimi tempi l’introduzione (2015) del cosiddetto ‘divorzio breve’ ha acuito, probabilmente anche a causa della crescita del 57% in un anno delle pratiche per certificare il fallimento della propria storia d’amore. Pratiche che, forse, sono diventate ora più vantaggiose nei tempi (accelerati dalla legge), ma che i numeri continuano a indicare ancora come decisamente deleterie per la qualità della vita, la serenità, l’equilibrio nella crescita dei figli e, infine, anche per la capacità economica di entrambi i coniugi, con i padri nettamente più svantaggiati.

Fonte: Libero