Siria. Esodo: 150 mila civili, famiglie e bambini in fuga da Idlib

E’ iniziato l’esodo forzato più temuto dall’inizio di una guerra che non fa più notizia. Con l’avanzata russa e delle forze governative 150 mila siriani stanno fuggendo da Idlib. Non lasciamoli soli.

Nell’indifferenza generale, la Siria continua ad essere teatro di una guerra dove i civili sono le prime vittime e sempre più spesso ridotti a scudi umani dall’una o dall’altra parte dei contendenti.

Gli scontri seguiti all’avanzata delle forze governative nell’area a nord ovest di Idlib – Hama, ultima roccaforte delle forze ribelli, solo nelle ultime ore hanno provocato la morte di 80 civili e la fuga di oltre 150 siriani, per lo più donne e bambini. Famiglie che si erano rifugiate a Idlib, in cerca di protezione e sicurezza, a seguito dei bombardamenti di Aleppo e Damasco.

In pochi giorni sono oltre 50 le località colpite dagli attacchi aerei, bombe a grappolo e pesanti interventi d’artiglieria che si sono susseguiti senza sosta negli ultimi giorni. Un fuoco incrociato che non ha risparmiato neppure ospedali, strutture sanitarie e scuole che servivano circa 100 mila persone (Onu).

Tutto ciò in un’area in cui alcune centinaia di migliaia di persone sfollati da altre zone del Paese – su un totale di oltre 3 milioni – vivono in campi profughi e dove già da tempo prevalgono condizioni di vita estremamente precarie. Un’offensiva su larga scala a Idlib – area d’intervento di Ai.Bi., unica realtà italiana presente -rischia di provocare una delle peggiori crisi umanitarie di questi nove anni di conflitto, con la più pesante perdita di vite umane.

E’ qui che sono in corso i lavori per la costruzione di un nuovo forno fisso e uno mobile in grado di produrre e distribuire pane a oltre 30 mila siriani, tra questi 18 mila sfollati.

Già nel 2015, in questa stessa area, avevamo costruito un forno, poi bombardato insieme alla ludoteca sotterranea che per mesi aveva dato sollievo e protezione a più di duecento bambini. Oggi come allora è necessario, da una parte, garantire beni alimentari di prima necessità, come il pane, e, dall’altra, continuare a incentivare la produzione e lo sviluppo del mercato locale per ridurre la dipendenza dagli aiuti internazionali.

Ai.Bi. opera in Siria dal 2014 con la campagna “Non lasciamoli Soli”, per mantenere alta l’attenzione su un conflitto che continua ormai da nove anni nel silenzio e portare sollievo alle popolazioni civili colpite grazie alla generosità si quanti sostengono Ai.Bi. e di coloro che vogliono unirsi  alla causa potremo raggiungere più famiglie.

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