Care leaver. Filomena Albano: “A loro viene chiesto di essere autonomi a 18 anni. Lo pretendiamo dai nostri figli?”

Un dramma che si vive in tutto il mondo. Dall’Italia all’Africa. Dove Ai.Bi. – Amici dei Bambini investe per dare un futuro a questi ragazzi

”A questi ragazzi viene chiesto di essere autonomi a 18 anni. Pretendiamo lo stesso dai nostri figli?”. A chiederselo, nel corso di un recente evento pubblico, è stata Filomena Albano, Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il riferimento è ai care leaver. Si tratta di quei ragazzi che, dopo un’infanzia e un’adolescenza trascorse in regime di protezione istituzionale o in affidamento famigliare, in Italia e in tutto il mondo si ritrovano all’improvviso a dover affrontare il mondo degli adulti, con tutte le sue criticità.

Mai care leaver, ha detto ancora la Albano, “sono nostri figli, il capitale umano su cui si fonderà la società”. “Può un neomaggiorenne lasciare la casa in cui è cresciuto e imparare a cavarsela da solo dal giorno del suo diciottesimo compleanno? Sarebbe in grado di sostenersi economicamente e di programmare il proprio futuro? La risposta, almeno in teoria, è ‘sì’. Legalmente non c’è nulla che lo impedisca. Ma la realtà è che nessuno, o quasi, lascerebbe al suo destino il proprio figlio solo perché divenuto adulto per legge”. Scrive ancora, su Avvenire, Matteo Marcelli.

Già, nessuno pretenderebbe dal proprio figlio che fosse pienamente autonomo a soli 18 anni. Eppure, per i care leaver, è così. In qualsiasi parte del mondo essi si trovino. In Italia, dove ogni anno i giovani che si trovano in questa condizione sono circa tremila all’anno, all’Africa. Dove la situazione è, come facile immaginare, ancora più drammatica.

“Cresciuti senza alcun riferimento familiare – spiega il presidente di Ai.Bi.-Amici dei Bambini, Marco Griffiniper diventare adulti capaci di prendersi cura di sé i care leaver hanno bisogno di sentirsi importanti per qualcuno che non è pagato per assisterli, ma lo fa spontaneamente, perché crede in lui/lei. Solo riacquisendo l’autostima in sé stessi, questi giovani potranno pensare e sentire di avere una possibilità!”

Senza una dimensione relazionale e ancora meno affettiva – prosegue Griffini – la maggior parte di loro finirà con l’affidarsi, anche affettivamente, alle prime persone che prometteranno di occuparsi di loro con il rischio di essere reclutati nella malavita o vittime di sfruttamento. I careleaver sono gli ‘altri nostri figli’. Adolescenti e giovani che hanno bisogno di essere accompagnati all’età adulta, potendo contare su un sostegno economico, abitativo, psicologico e sociale che gli consenta di intraprendere la vita fuori dall’istituto ma anche e soprattutto su una relazione positiva di affetto e vicinanza”.

Il progetto “Con te sarò un grande” di Ai.Bi. accompagna adolescenti e ragazzi prossimi ai 18 anni degli istituti del Marocco in cui l’organizzazione è presente nel percorso verso l’autonomia, attraverso uno sportello di orientamento gestito dall’intermediario sociale: una guida nella vita oltre l’istituto nella ricerca del lavoro o di un percorso formativo, dell’alloggio, ma soprattutto nella creazione delle relazioni e nel rafforzamento dell’autostima.

Per fare questo Ai.Bi. ha bisogno del tuo aiuto. Con il Sostegno a Distanza puoi far sì che, anche per questi ragazzi, l’indipendenza sia un’opportunità. E non, invece, una minaccia. Pensaci.