Bolivia: la metafora della vita che rinsace – la Rosa di Jericho al corso per genitori adottivi

In questi giorni si sta svolgendo il corso per genitori adottivi nazionali organizzato dal SEDEGES di La Paz.

Il corso, della durata di un mese, prevede varie tematiche importanti per una coppia che sta affrontando il percorso dell’adozione. Tra gli argomenti trattati anche quello del “primo incontro” con il proprio figlio. Durante l’esposizione del tema, la psicologa dell’equipe di AiBi, Anahí Moreno, ha utilizzato una dinamica che per oggetto ha avuto la Rosa di Jericho, simbolo della nostra associazione che rappresenta “la vita” che non muore mai e “l’amore” che puó farla rifiorire. La Rosa di Jericho appartiene ad una categoria di piante d’origine desertica, dette piante della resurrezione, che ha la capacità, quando vengono a mancare le condizioni per il suo naturale sviluppo, di avvolgersi su se stessa. Si tratta di un adattamento estremo alla sopravvivenza in ambienti aridi. La leggenda racconta che, quando Gesú si ritirava a pregare e meditare nel deserto, la Rosa di Jericho si riparava ai Suoi piedi cercando rifugio dai forti venti. All’alba, aprendosi con la rugiada mattutina, offriva al Maestro le goccioline che scendevano dai suoi rami. Gesú le raccoglieva con la punta delle dita e se le portava alla bocca per placare la sete. Grato per averLo dissetato, la benedisse. Questa leggenda si diffuse in tutti i continenti, tanto da portare la Rosa di Jericho ad essere considerata un Fiore Divino.

Un bambino, quando vive in istituto, é un bambino vivo a metá. Certo respira, mangia, dorme…ma é evidente che gli manca una parte importante. Quello che manca ad un bambino in istituto é il sorriso, quel sorriso che naturalmente risiede sul viso di un bambino che vive con la sua mamma e il suó papá protetto dall’amore di una famiglia. Da qui la metafora con la Rosa di Jericho. La Rosa di Jericho apparentemente sembra una pianta morta, secca e rattrappita. Solo innaffiandola risorge a nuova vita. Quando una coppia vede per la prima volta il proprio bambino, spesso viene colta da un senso di delusione…perché il bambino sembra apatico, triste, quasi brutto…con il passare dei giorni, peró, il bambino subisce una mutazione..comincia a rivivere, innaffiato dalla dolcezza di mamma e papá.

Ecco quindi il senso della dinamica: un bambino in istituto solo, triste, abbandonato (la rosa chiusa), attraverso l’amore di una mamma ed un papá (l’acqua che innaffia la rosa), si risveglia dall’intorpimento causato da anni di istituto (la rosa che si apre).

E’ stata una dinamica che é piaciuta molto, di grande impatto, che ha “costretto” i genitori a riflettere sulla condizione dei bambini in istituto e di come la prima impressione che hanno vedendo il figlio, non é quella definitiva. Un bambino in istituto é un bambino che sopravvive, come la Rosa di Jericho. Con l’amore e l’affetto di una famiglia, sboccerá in un fiore meraviglioso.