Lockdown e coppie adottive. Quando stare a casa fa bene alla famiglia

Nella fase dura dell’emergenza molti hanno riscoperto il piacere di stare insieme senza impegni

Durante l’emergenza Coronavirus molte famiglie hanno riscoperto, anche se forzatamente, il piacere di stare insieme. Durante il lockdown le famiglie sono rimaste a casa, i genitori spesso in smart working o in cassa integrazione o, ancora, con varie tipologie di permessi. I figli erano presi dalle video lezioni e dai compiti, sempre tanti, da consegnare online. Un periodo quindi intenso e a volte stressante dal punto di vista organizzativo. Eppure un beneficio c’è stato: per molte famiglie adottive, è stata una grande occasione per recuperare momenti di dialogo, di confidenza e complicità con i propri figli, ricucire piccoli attriti che si stavano creando, trovare nuove abitudini di famiglia.

Lockdown. Quando stare a casa fa bene

Una mamma ha detto, in una lettera inviata ad Ai.Bi. – Amici dei Bambini, che “è stato come avere un nuovo congedo di maternità, un tempo da dedicare solo a mio figlio senza dovermi preoccupare del lavoro o altri impegni”; un papà, ancora, ha detto che “questo periodo ha fatto bene alla nostra famiglia”. I figli hanno imparato a osservare di più i loro genitori, a capirli nelle loro reazioni o richieste di rispettare le regole, e hanno smesso di fare i polemici o i contestatori su ogni cosa detta dai genitori, anzi apprezzando le proposte che i genitori facevano.

Per molti è stato bello mettersi tutti sul divano a guardare un film, e intanto chiacchierare e raccontarsi ricordi o pensieri. Più di una famiglia ha riportato questo benessere e arricchimento vissuto grazie al restare a casa con i figli. La riflessione che viene da proporre, è che forse queste famiglie hanno veramente bisogno di più tempo per stare insieme, per chiacchierare e giocare senza dover correre al lavoro o a scuola. I bambini ai genitori chiedono tempo, condivisione per creare legami, e anche i genitori hanno bisogno di questo tempo per trovare un ritmo con i propri figli, e questo tempo non è solo il primo periodo quando si torna dal Paese di provenienza del proprio bambino, ma deve essere un tempo che viene recuperato in più occasioni, fermandosi ogni tanto, accantonando i propri impegni e restando a casa con il proprio figlio.