Lo scandalo. Più di 2000 minori tra zero e due anni ospiti delle comunità di accoglienza

Ancora si attende una banca dati per i minori fuori famiglia. Sollecitata pure dalle Nazioni Unite

Con l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sui minori in affido, recentemente approdata alla Camera dei deputati, è tornato d’attualità anche il tema di una banca dati sui minori fuori famiglia, incredibilmente ancora inesistente in Italia. Inesistente eppure necessaria. A confermarlo sono anche i più recenti dati della “Terza raccolta dati sperimentale sui minorenni in comunità dell’AGIA – Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, che parlano di 32.185 minori (di età prevalentemente compresa tra i 14 e i 17 anni) che, al 31 dicembre 2017, risultano essere ospiti delle 4.027 comunità presenti sul territorio italiano. In un solo anno l’incremento è pari a 2.493 unità.

Minori in comunità d’accoglienza. Secondo l’AGIA quelli sotto i due anni sono il 6,8% del totale

A sconvolgere, però, è anche un altro dato: dal rapporto dell’AGIA, peraltro, pe quanto riguarda le altre classi d’età, più bassa è l’età e minore è il numero di ospiti presenti in comunità, fino ad arrivare ai piccolissimi (da zero a due anni) che rappresentano solo il 6,8% del totale. Ebbene, bisogna considerare che la legge 149 del 2001, all’articolo 2, comma 2, prevede testualmente che “per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare”, mentre la realtà dei fatti parla di 2.188 bambini al di sotto dell’età prevista ospiti delle comunità di accoglienza.

“Dai dati comunicati – ha spiegato l’AGIA – emerge che oltre il 10% è ospite della comunità da più di 24 mesi (12,2% nel 2016 e 11% nel 2017). Il prolungato periodo di permanenza è sintomatico dell’esistenza di un gran numero di famiglie in condizioni di gravi e persistenti difficoltà e, allo stesso tempo, dell’insuccesso degli interventi posti in essere. Va precisato che per più del 40% dei minorenni il dato non è stato comunicato”. La disomogeneità dei dati raccolti illustra una volta di più l’urgenza di una banca dati, intervento che Ai.Bi. – Amici dei Bambini richiede a gran voce da diverso tempo. Ma l’organizzazione non governativa non è la sola realtà a chiederlo…

Minori in comunità d’accoglienza. A chiedere una banca dati è anche l’ONU

Lo ha spiegato lo stesso Garante, la dottoressa Filomena Albano, quando, alla presentazione della raccolta a novembre 2019 affermò, circa l’istituzione di un database, che “è stato il Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza lo scorso febbraio a sollecitarlo includendo nelle raccomandazioni rivolte all’Italia per l’attuazione dei diritti sanciti dalla Convenzione anche la creazione di banche dati e sistemi di monitoraggio, in particolare in tema di violenza, disabilità, minorenni fuori famiglia, salute mentale e dispersione scolastica”.