Affido famigliare. Ho 63 anni: posso ancora accogliere un bambino in affidamento?

Buongiorno,

ho compiuto 63 anni e sono una maestra di scuola elementare in pensione. Sono vedova e ho un figlio già papà.

Le mie giornate si sono un po’ svuotate di impegno e, vagabondando si internet, tempo fa sono capitata sul vostro sito.

Tra le tante cose che fate mi ha colpito l’affido famigliare; da quel poco che ho capito potrei anche io accogliere un bambino.

Sto riflettendo sul fatto che avrei lo spazio per tenere con me un bambino dell’età delle elementari vista la mia esperienza lavorativa. Come posso dare la mia disponibilità?

Cordiali saluti

Laura

Cara Laura,

è molto bello che lei stia pensando di mettersi a disposizione di un bambino temporaneamente allontanato dalla famiglia d’origine, da una disponibilità come la sua possono cominciare belle storie di accoglienza.

Occorre però procedere per gradi e soprattutto con molto impegno. Infatti l’affido famigliare non prevede percorsi per l’idoneità, ma percorsi formativi in cui ogni persona disponibile all’accoglienza deve non solo conoscere il mondo dell’affido e i bambini/ragazzi per i quali spesso si cercano famiglie affidatarie, ma anche mettersi molto in discussione per verificare a fondo la propria disponibilità. L’affido è un’esperienza relazionale stupenda, ma non priva di fatiche incontro alle quali occorre andare con consapevolezza.
In questi percorsi formativi pian piano si delinea anche che tipo di affido è più congeniale: part time, residenziale, pronto intervento… Valutazioni che si possono fare accompagnati da professionisti e da altre famiglie in grado di evidenziare possibili punti di forza e di debolezza di ogni partecipante ai percorsi.

Affido famigliare a 60 anni: si può accogliere ancora un bambino?

Sicuramente la sua esperienza come insegnante è un elemento importante, ma forse potrebbero esserci altre sue risorse da mettere in campo per meglio rispondere alle esigenze di un bambino/ragazzo in difficoltà famigliare.

Infatti, il criterio che porta ad abbinare un bambino ad una famiglia affidataria è proprio quello di far stare il meglio possibile quel bambino, realizzando il progetto per lui previsto per il rientro in famiglia a prescindere dalle aspettative e dalle buone fantasie dei possibili affidatari.

Se fosse interessata sul nostro sito può trovare informazioni sui percorsi formativi (https://www.aibi.it/ita/attivita/affido/).

Cristina Riccardi
Vicepresidente Ai.Bi. – Amici dei Bambini