Famiglia: Family Day, sit in contro ‘genitore 1, genitore 2’

Cambiano le parole pensando di cambiare la realtà ma questa speculazione ideologica mira solo cancellare il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre”.

 Mercoledì 20 gennaio si è svolto un sit in a davanti al Ministero dell’Interno contro l’abolizione della dicitura madre e padre sui documenti dei minori di 14 anni.

Il Ministro Luciana Lamorgese aveva comunicato la decisione di eliminare i termini madre e padre per sostituirli con i più astratti genitore 1 e genitore 2, pochi giorni fa durante un question time alla Camera.

A giustificazione della scelta il Ministro aveva addotto  la necessità di garantire  “conformità al quadro normativo introdotto dal regolamento europeo e superare le problematiche applicative segnalate dal Garante dei Dati Personali sul precedente decreto” oltre che  quella di conformarsi a quanto indicato dal  garante della privacy  che aveva rilevato come: “la dicitura padre e madre nella carta d’identità digitale ha comportato notevoli criticità, dal punto di vista della di protezione dei dati e della tutela dei minori, nei casi in cui i soggetti che esercitano la responsabilità genitoriale non siano riconducibili alla figura materna o paterna”.

Forte si era subito levato il coro di proteste da parte delle associazioni pro famiglia. Massimo Gandolfini leader del Family Day aveva commentato: “In un momento storico come questo, in cui tutti evidenziano il valore delle relazioni familiari per affrontare l’emergenza Covid, il Governo manda un messaggio ideologico che va ad intaccare il legame primigenio di ogni essere umano, quello della generazione tra madre, padre e figlio”.

 Ed è sempre Gandolfini, assieme ad altre associazioni pro famiglia, a ribadire dalle pagine del sito dell’associazione la condivisione con il messaggio del sit in romano:

Il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre

 Cambiano le parole pensando di cambiare la realtà ma questa speculazione ideologica mira solo a cancellare il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre e a non essere oggetto di un mercimonio e operazioni di ingegneria sociale. Il tentativo di liquefare e relativizzare la famiglia è ancora più grave in questo momento storico in cui l’istituto familiare è stato l’unico baluardo contro la crisi, la cultura dello scarto e l’individualismo senza freni. Questa ennesima offensiva ideologica del governo fallirà perché gli italiani di qualsiasi sensibilità politica e confessione continueranno a riconoscersi nelle figure della madre e del padre”.

Ma per superare ogni difficoltà come ha osservato il prof. Alberto Gambino, ordinario di diritto privato presso l’Università europea di Roma e presidente dell’associazione Scienza & Vita, non sarebbe stato sufficiente aggiungere alle parole padre e madre il termine ‘e chi ne fa le veci? “ma forse – sottolinea il giurista – è troppo antiquato per chi rincorre le mode irragionevoli del momento”