Adozione. Come reagiranno le mie due figlie nate da un precedente matrimonio alla nuova adozione?

Buongiorno,
sono Graziano, padre di due ragazze di 8 e 12 anni avute da un precedente matrimonio. Da ormai 5 anni sono risposato e, con mia moglie, ci stiamo interessando all’adozione. Abbiamo frequentato i primi corsi e siamo molto convinti della nostra decisione; il mio dubbio più grande, però, è su come potrebbero reagire le mie figlie all’arrivo di un nuovo bambino o bambina che dovessimo adottare. Secondo la vostra esperienza, cose dovrei aspettarmi?
Grazie per il vostro aiuto. Cordiali saluti.
Graziano

Gentile Graziano,
partendo dal presupposto che le storie di adozione sono come fiocchi di neve, non ne esistono due uguali, non è possibile dare una risposta certa a quanto chiede. In linea generale, però, possiamo dire che la presenza in famiglia di fratelli, all’arrivo del bambino adottato, non è un ostacolo ma un facilitatore. I bambini reagiscono con naturalezza e immediatezza nei rapporti tra pari, perché si riconoscono in maniera reciproca e trovano da soli la strada per arrivare ad essere complici. Solo che, per costruire tutto questo, hanno bisogno di tempo.
I genitori non devono incorrere nell’errore di sovraccaricare di aspettative il momento dell’ingresso in famiglia del nuovo arrivato, pensando che anche i figli già presenti abbiano raggiunto lo stesso loro grado di consapevolezza di ciò che sta accadendo e debbano nutrire immediatamente affetto. Che sia un fratello nato “dalla pancia”, o che sia un fratello nato “dal cuore”, chi arriva è pur sempre un estraneo che irrompe ed è lì per accaparrarsi la sua fetta di amore. Perché inizialmente l’amore è percepito come una torta, e chi arriva ne vuole un pezzo e ritiene di dover lottare per prendere “quello più grande”. Il nuovo arrivato è, per i fratelli, qualcuno di cui diffidare, qualcuno da studiare, da decifrare. Il compito dei genitori, invece, è quello di rassicurare: la torta è talmente grande da nutrire tutti!
Ma per rassicurare c’è bisogno di tempo, di ritmo, di spazio… In una parola: di quotidianità. Una quotidianità dove poter sperimentare che nessuno sarà escluso, ma che ognuno sarà amato e sostenuto. La conquista della fiducia richiede la sospensione del desiderio dei genitori che tutto debba andare secondo i piani previsti; bisogna lavorare fin da subito sulla necessità di costruire mattoncino su mattoncino, senza fretta, la propria cornice familiare, tenendo conto anche delle necessità dei singoli.
Infine, avere già dei figli è un vantaggio per la coppia che sta adottando, perché il bambino che arriva nel nucleo familiare è rassicurato dalla presenza di altri bambini che sono già lì prima di lui e sono indice del fatto che questi genitori sono in grado di occuparsi di loro e non li hanno abbandonati.
Il bambino adottato, entrando in una famiglia con figli, ha la possibilità di vedere con i propri occhi la qualità dei rapporti tra genitori e figli già inseriti in famiglia e il suo “salto nel vuoto” in una realtà sconosciuta potrà essere alleggerito da queste esperienze.

Speriamo di esserle stati di aiuto.
Un cordiale saluto
Lucia Ciaramella, psicologa Ai.Bi. – Amici dei Bambini, sede di Salerno.