Fame di Mamma. Il matrimonio combinato, la violenza e la separazione: la storia di Ella e Noah

Grazie al progetto di Adozione a Distanza, “Fame di Mamma”, l’equipe Ai.Bi. ha potuto aiutare Ella e suo marito Noah ad affrontare la loro crisi e a trovare la propria strada, anche per il bene dei loro figli. Una delle vicende che hanno richiesto maggior capacità empatica da parte di tutto il personale educativo

Ella è una giovane donna che abbiamo conosciuto quando aveva 25 anni.
È nata e cresciuta in Albania, in una famiglia di buoni principi ma molto povera.
È cresciuta a contatto con la natura e ha sempre amato gli animali. Ha avuto sempre un rapporto speciale con il suo papà, e si è  sempre fidata dei suoi consigli.

Viaggiando con i libri

Ella ha sempre amato anche leggere, considera i libri la sua finestra sul mondo. Non ha potuto studiare e viaggiare molto per le difficoltà economiche che hanno affrontato, ma i libri le hanno mostrato che cosa c’è oltre le sue bellissime montagne e i brulicante boschi in cui ama passeggiare. Nei racconti,  ha potuto conoscere donne coraggiose che hanno cambiato la sorte del mondo e ha potuto sognare di diventare un giorno anche lei come loro.
Il suo papà però le ricordava che quelle donne avevano pagato un caro prezzo per i loro ideali e perciò a volte è meglio non avere sogni troppo grandi o perlomeno non avere troppa fretta nel realizzarli.

Il matrimonio combinato

L’amore e la stima che Ella aveva per il suo papà non le ha permesso di inseguire i suoi sogni e così quando è diventata più grande ha accettato di fare come tutte le donne del suo villaggio: essere una brava moglie, sposando l’uomo che aveva scelto per lei il suo papà.
Ha cosi sposato Noah, in fondo sembrava un bravo ragazzo ed era un gran lavoratore. Non aveva sentito le farfalle allo stomaco quando lo aveva visto, né aveva avuto il tempo di conoscerlo bene, ma era piaciuto al suo papà e alle sue amiche.
Noah voleva una famiglia e sembrava sognare la libertà come Ella, in fondo si era trasferito in Italia da diversi anni, aveva visto un mondo molto diverso da quello in cui era cresciuta Ella.
Aveva trovato un buon lavoro e comprato una casa per Ella e la loro futura famiglia.
Non avevano parlato molto dei loro sogni e sapevano pochissimo l’uno dell’altra quando Noah ha insistito per sposarla e l’ha portata oltre il confine.
Ella si è fidata della benedizione paterna e dell’operosità di Noah e ha ignorato quella sensazione di leggero disturbo che sentiva in un angolino della sua pancia.
Arrivata in Italia, tutto le sembrava nuovo e molto diverso da quello che aveva letto nei libri. A Noah sarebbe bastato che lei stesse a casa a occuparsi della famiglia e che fosse stata gentile anche con il cognato che avrebbero ospitato per un po’.
Ella però desiderava rendersi utile e così ha iniziato a cercare lavoro e voleva imparare l’italiano.

L’arrivo di Mara e Sasha

I suoi sogni di emancipazione però sono stati fermati dall’arrivo prima di Mara e poi di Sasha, a neanche un anno di distanza.
Ella li ama più della sua vita e non ha mai rimpianto il loro veloce arrivo, ma la convivenza in 5 in un trilocale è stata complicata.
Noah era sempre impegnato al lavoro e non è accorto della fatica che ha fatto Ella nel crescere due bambini con solo un anno di differenza.
Il cognato era poco attento alle difficoltà di una neomamma e invece di offrirle aiuto avanzava pretese, inasprendo le difficoltà di comunicazione tra Ella e Noah.
Raccontava al fratello di una Ella poco attenta ai bambini e poco attiva.

Le minacce e la violenza

I limiti culturali di Noah si sono perciò palesati a Ella che pian piano ha scoperto di aver sposato uno sconosciuto che non era in grado di capirla e così pian piano è scivolata in una depressione post partum, pericolosa non solo per la sua salute ma anche per la tutela dei suoi bambini.
Noah, non avendo né il tempo, né gli strumenti per capire da solo perché la moglie fosse sempre più spenta e assente, l’ha minacciata di toglierle i bambini, arrivando anche a picchiarla.
Ella, al limite di sopportazione, si è quindi rivolta ai servizi sociali.
Ha chiesto aiuto e lo ha ricevuto.
Non voleva che i suoi bambini la vedessero sempre più triste e fragile, né farli assistere alle sempre più frequenti litigate con il loro papà.
Ha accettato cosi di vivere per circa due anni insieme ai suoi bambini in una casa nuova e sconosciuta, con altre mamme e altri bambini.
È stato difficile per lei fidarsi, ma stavolta la pancia non le diceva che era in pericolo e si è sforzata di conoscere e farsi conoscere.

Ricominciare a conoscersi

Anche Noah è stato aiutato a capire cosa si celava dietro il comportamento di Ella. Con il supporto delle educatrici e della psicologa, Ella e Noah hanno cominciato a conoscersi e a evitare che quella crisi che stavano attraversando si trasformasse in una spaccatura che gli avrebbe impedito di essere la mamma e il papà di Sasha e Mara.
I bambini hanno mantenuto regolari incontri con il loro papà. alla presenza di un’educatrice. Questi aiuti hanno permesso a tutti di prendersi il tempo per conoscersi davvero.
Non è stato semplice mettersi nei panni degli altri.
Noah ha dovuto sforzarsi molto per capire come poteva accadere che una giovane mamma, desiderosa di crearsi la sua famiglia si sentisse poi sopraffatta dal peso delle responsabilità familiari. E anche per Ella non è stato semplice vedere dietro i comportamenti sbagliati del marito i suoi limiti, accettarli e lavorarci insieme.
Per Sasha e Mara, è stato difficile accettare di vivere per circa due anni e mezzo in una casetta che non era la loro, né capire perché quel papà che ora li amava tanto e che giocava tranquillo con loro alla presenza dell’educatrice, era stato anche tanto arrabbiato e violento con la mamma.
Il lavoro di supporto ai componenti di questa famiglia ha richiesto tempo e tantissimi momenti di riflessioni e condivisione per aiutarli a esplorare le possibili strade da intraprendere e quella che poi sarebbe stata la migliore per loro.
Sarebbero tornati a vivere insieme? Era meglio separarsi per sempre? Erano troppo diversi per continuare a credere in un progetto di coppia? E come potevano continuare a essere la mamma e il papà di quei bambini se non si sentivano più in grado di essere anche marito e moglie?
La calma ha permesso a tutti di fare un passo alla volta e quando necessario anche di cambiare idea, se non era quella migliore per il bene di Mara e Sasha.
Oggi, Ella e Noah hanno capito di essere troppo diversi per vivere insieme, ma si sforzano di comunicare bene per i loro bambini. Vivono in due case differenti, con due nuove persone.
Ella ha imparato l’italiano e lavora in un negozio di abbigliamento. Anche se non sono più marito e moglie, hanno imparato ad accettare le loro differenze, a rispettarsi e a collaborare non solo per le spese ma anche per i momenti importanti che Mara e Sasha vogliono condividere con entrambi i loro genitori.
Quest’anno, Mara ha iniziato la prima elementare e Sasha sta frequentando l’ultimo anno di scuola dell’infanzia.
Mamma e papà e i rispettivi compagni li hanno accompagnati insieme il primo giorno di scuola e all’uscita si sono fermati tutti insieme in pizzeria per festeggiare l’inizio di un anno importante. Anche il papà di Ella è venuto in Italia per questo momento speciale e ha detto alla figlia che è fiero della sua famiglia e della donna forte che è diventata.
Anche l’equipe educativa, affiancando Ella nel suo percorso, ha potuto accrescere le proprie capacità di stare accanto, di accogliere, comprendere senza preconcetti o pregiudizi.
Ella ha insegnato a tutti che anche se si accettano compromessi dolorosi, vale sempre la pena di pagare il prezzo per realizzate i nostri sogni.

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