Affido familiare. Il dramma di Luca: dopo 4 anni di affido viene adottato da un’altra famiglia

Dopo un affido durato 4 anni, la famiglia affidataria aveva presentato domanda di adozione, ma il padre aveva superato il limite di età per l’adozione. Le perplessità del Garante  Nazionale dell’Infanzia e del Garante della Lombardia

Luca aveva solo un mese quando è stato accolto in affido da una famiglia lombarda composta da due genitori, tre figli più grandi e un altro bambino in affido, che Luca considerava come un fratello gemello.

Quattro anni di affido

Cresciuto con amore e attenzioni, ha trascorso quattro anni in un ambiente che considerava casa, condividendo il suo mondo con un altro bambino in affido, che sentiva come un fratello gemello. Nonostante la legge preveda che l’affido sia temporaneo (per una massimo di 2 anni, prorogabili), le lungaggini burocratiche hanno fatto sì che la sua permanenza si prolungasse ben oltre il previsto.

Un affido prolungato

In una dichiarazione, Sara Cuniberti, avvocato della famiglia affidataria, si sofferma sui motivi che hanno portato a dilatare un Progetto di Pronta Accoglienza (Luca è stato preso in affido quando aveva solo 30 giorni) fuori misura per ben quattro anni: “il Tribunale per i Minorenni, come molti altri Tribunali in Italia, è sovraccarico di lavoro e le pratiche vengono “smaltite” a rilento. A Milano ci sono 974 pratiche pendenti per ogni Giudice”.

La domanda di adozione

Preoccupati per il benessere del bambino e consapevoli dell’importanza della continuità affettiva, i genitori affidatari hanno presentato domanda di adozione.
Tuttavia, la richiesta è stata respinta a causa del superamento del limite d’età da parte del padre affidatario. Così,
Luca è stato sradicato da quelli che per 4 anni sono stati i suoi i suoi affetti, i suoi compagni, il suo asilo… ed è stato assegnato a una nuova famiglia adottiva.

La separazione improvvisa

Il piccolo è stato portato via, senza un’adeguata fase di adattamento. La madre affidataria ha raccontato che “da quando ha saputo dell’adozione ha pianto tutte le notti, ha manifestato stress con sintomi come la pipì a letto…”.
Il trauma della separazione improvvisa non è solo emotivo, ma ha anche effetti fisici e psicologici a lungo termine, come dimostrano numerosi studi sull’attaccamento infantile.
Il Tribunale ha difeso la propria decisione, sostenendo che l’affido non può essere definitivo e che i genitori affidatari non avevano i requisiti per l’adozione. Inoltre, ha accusato la famiglia di aver ostacolato il passaggio del bambino alla nuova realtà, esponendolo mediaticamente. Tuttavia, la Garante nazionale dell’Infanzia Marina Terragni, il Garante lombardo Riccardo Bettiga e molti esperti si sono detti perplessi su una scelta che sembra aver ignorato il diritto del bambino alla stabilità emotiva.

Come sta adesso Luca?

In una recente intervista, la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, ha risposto così a questa domanda:  “Il suo inserimento nella nuova famiglia viene seguito con grande attenzione dal Tribunale attraverso il giudice onorario, il servizio adozioni e il curatore speciale. Il percorso è stato molto più faticoso a causa della mancata collaborazione e l’attenzione mediatica che gli affidatari hanno scelto di dare alla sua vicenda personale ha esposto il minore e lo ha reso meno tutelato nel passaggio alla famiglia adottiva”.

Il benessere del minore

Questa vicenda solleva interrogativi sulle procedure di affido e adozione in Italia. Se lo scopo è il benessere del minore, perché non è stata garantita la continuità affettiva?
Perché non si è pianificata una transizione graduale?
Al di là degli aspetti giuridici, resta il dolore di un bambino strappato improvvisamente al suo mondo, e il dubbio che un approccio più attento avrebbe potuto evitare questa sofferenza.

Maggiori informazioni

Quando una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non riesce a prendersi momentaneamente cura dei figli, i minori possono essere accolti per un periodo di tempo determinato in un’altra famiglia, la famiglia accogliente.
Ai.Bi. organizza diverse attività di formazione per famiglie, coppie o single pronte ad aprire la loro casa, e la loro vita, a un’esperienza di affido familiare. Tutte le informazioni si trovano sulla pagina dedicata del sito.