BAMBINIxLAPACE. Le invisibili cicatrici della guerra sui bambini ucraini

Dai rifugi sotterranei al Ludobus: le testimonianze vive dei bambini ucraini segnati da una tragedia che non possiamo permetterci di dimenticare

bambini ucraini portano con sé il peso di esperienze traumatiche, spesso incomprensibili per chi non ha vissuto le conseguenze dirette di un conflitto.
Durante le attività organizzate dal Ludobus, una ludoteca itinerante capace di raggiungere anche i villaggi lontani dalle grandi città, il personale di Ai.Bi. ha potuto osservare da vicino i loro comportamenti, le loro reazioni e il modo in cui si relazionano con gli altri. Provenienti da contesti segnati da profonda sofferenza, questi bambini si trovano a fare i conti con un’esistenza sconvolta, piena di paure. Eppure, riescono a mostrarci una sorprendente capacità di adattamento e una forte volontà di speranza.

La storia di due sorelle

Un episodio particolarmente toccante ha riguardato due sorelle. La loro famiglia, originaria di Kharkiv, ha vissuto per mesi nel sottosuolo, cercando riparo dai bombardamenti e affrontando continui attacchi missilistici. Sono riuscite a sfollare e, in questo difficile peregrinare lontano da casa, imbattersi nel Ludobus di Ai.Bi. Amici dei Bambini, in un luogo dove finalmente sono riuscite a ritrovare un barlume di normalità.
Tuttavia, le cicatrici invisibili del conflitto restano ben presenti nei loro atteggiamenti.

Il pianto degli innocenti

Il trauma della guerra si manifesta quotidianamente, anche quando questi bambini cercano con impegno di integrarsi nella nuova realtà. In un’occasione, una delle sorelle ha iniziato a piangere disperatamente, convinta di aver perso l’altra. Un episodio che, a uno sguardo esterno, potrebbe sembrare banale, ma che racchiude tutta la fragilità di una paura profonda: quella di perdere, ancora una volta, una persona cara.
Una delle nostre colleghe del Ludobus, ha assistito alla scena e racconta: “Il pianto veniva da una sofferenza profonda. Era quasi un attacco di panico. Nonostante le nostre rassicurazioni, era difficile calmarla: temeva che alla sorella fosse accaduto qualcosa di irreparabile, che non l’avrebbe mai più rivista”.
Questa paura, quella della separazione definitiva, può avere un impatto devastante sulla psiche di un bambino.

Costretti a crescere troppo in fretta

E non si tratta di un caso isolato. Una ludotecaria ci ha raccontato un’esperienza simile. Due cugini che frequentavano regolarmente le attività avevano sviluppato un legame molto stretto. Quando uno dei due non si è presentato per motivi di salute, l’altro ha manifestato una preoccupazione estrema.
“Ci ha chiesto con insistenza se il suo cuginetto sarebbe tornato o se gli fosse successo qualcosa di grave”, ha riferito la ludotecaria. Per placare la sua ansia, si è reso necessario l’intervento di uno psicologo.
Questo tipo di reazioni sono un chiaro riflesso delle ferite psicologiche profonde che la guerra lascia nei bambini. La paura della separazione, la difficoltà di essere certi che le persone care siano al sicuro, l’impossibilità di sentirsi davvero sereni in un ambiente che, per quanto accogliente, non sarà mai completamente “casa”… tutto ciò è parte del loro vissuto quotidiano.
La guerra ha rubato l’infanzia a migliaia di bambini, costringendoli a crescere troppo in fretta, a convivere con paure e ansie che non dovrebbero appartenere a nessuno, tanto meno a loro. Il dolore che portano dentro si riflette nei loro sguardi, nei loro gesti, nel modo in cui si avvicinano agli altri. Ma accanto a questo dolore, brilla anche una scintilla di speranza che riesce a emergere, anche nei momenti più bui.

Una parvenza di normalità

Nonostante le cicatrici invisibili, sono tanti i bambini che hanno accolto con entusiasmo le attività ricreative proposte dal Ludobus. In mezzo alle difficoltà, sono riuscite a ritrovare, anche solo per un momento, una parvenza di normalità. È commovente vedere come, nonostante tutto, avevano ancora voglia di giocare, di sorridere, di stare insieme.
Spesso hanno chiesto di portare le nostre attività anche nei luoghi in cui si trovano i loro parenti rifugiati. Un segnale forte del loro desiderio di appartenenza, della loro necessità di  essere parte di una comunità che li faccia sentire meno soli, più leggeri.

Tragedie da non dimenticare

Le storie di questi bambini sono testimonianze vive di una tragedia che non possiamo permetterci di dimenticare. Ma sono anche il simbolo di una speranza tenace: un invito a costruire insieme un futuro più sicuro, dove solidarietà, accoglienza e supporto psicologico siano strumenti reali per restituire ai più piccoli la possibilità di rinascere. Le cicatrici della guerra non guariranno facilmente, ma con l’impegno di tutti possiamo aiutarli a tornare a sorridere, e a credere di nuovo in un mondo che abbia spazio anche per la loro serenità.

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina: non lasciamoli soli

Oltre a privazioni materiali e alle sofferenze, la guerra produce traumi e danni psicologici in chi vive sulla propria pelle questa terribile esperienza. Per questo l’intervento di Ai.Bi. è mirato a garantire i beni di prima necessità ma anche supporto psicologico, indispensabile per aiutare i minori a superare il disturbo da stress post-traumatico causato da questi tra anni di conflitto.
La guerra ha distrutto molto, ma non ha cancellato la speranza. Come i bambini sognano di costruire un mondo più sicuro in cui vivere, così anche noi dobbiamo continuare a lottare per restituire ai più vulnerabili quella stessa speranza e sicurezza. Ogni gesto di aiuto, ogni sorriso di un bambino che riceve un’educazione, ogni mano tesa a chi ha bisogno, sono segnali che insieme possiamo ricostruire un futuro di pace e di benessere per tutti.
Chiunque può dare il proprio contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che Ai.Bi. Amici dei Bambini compie ogni giorno nel contesto della campagna #BAMBINIXLAPACE. EMERGENZA UCRAINA

Ogni donazione gode delle seguenti agevolazioni fiscali.