Casablanca,Convegno internazionale sulla Kafala: tutti presenti, meno Italia e Grecia

Sabato 1 e domenica 2 ottobre si è svolto a Casablanca, presso la  Facoltà di Medicina e Farmacia, il 2° Salone dell’Infanzia e della Kafala. Vi hanno preso parte i rappresentanti di tutti i paesi europei che hanno ratificato la Convenzione dell’Aja: assente ovviamente l’Italia che, insieme alla Grecia, e’ l’unico Paese a non aver provveduto alla firma del trattato.

L’importante evento si è aperto sabato mattina, alla presenza, del Ministro dello Sviluppo Sociale, della Famiglia e della Solidarietà, la signora Nouzha Skalli, con una conferenza e con l’inaugurazione degli stand. Il Ministro ha tagliato il nastro inaugurale e fatto il giro del salone per conoscere i rappresentanti di ogni associazione partecipante. Nonostante l’assenza dell’Italia, quest’anno anche Ai.Bi. Marocco ha avuto il proprio stand informativo.

Le due giornate sono state organizzate, dopo il successo dello scorso anno, per discutere nuovamente di tutti i problemi legati all’abbandono dei minori in Marocco e alle lacune della legge sulla Kafala.

Dopo l’apertura è stato poi il momento della conferenza “Abbandono dei minori: prevenire è meglio che curare”, che ha coinvolto rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Sociale, del Ministero della Gioventù e dello Sport, dell’UNICEF e di associazioni marocchine di sostegno alle madri nubili, come l’INSAF, e altre associazioni che si occupano di diritti civili.

Domenica mattina è stata invece la volta della tavola rotonda sulle procedure di Kafala e, in particolare, sulle differenze tra il testo di legge e la pratica, che in Marocco non è omogenea, ma varia da città a città. A seguito si è svolto un ulteriore approfondimento sul tema: “Procedure di Kafala, percorsi delle famiglie di qui e d’altrove”, alla quale ha partecipato, in veste di relatore, anche la rappresentante di Ai.Bi. Marocco Daniela Ciliberti. Sono intervenuti numerosi relatori marocchini, francesi e belgi, a testimonianza dell’interesse suscitato dal tema a della volontà di mettere in evidenza i problemi causati dall’attuale legge marocchina e dal mancato riconoscimento della kafala in paesi come il nostro.

Durante le due giornate è stato fortemente ribadito l’impegno da parte di tutte le associazioni presenti a mettersi in rete per cercare delle soluzioni comuni per una migliore protezione dell’infanzia in Marocco e per fare una maggiore pressione sui partiti politici e sulle autorità implicate perché, in questo caso, l’unione fa la forza!