Poi di colpo incominciammo a pensare non più a un bambino perfetto, ma ad un figlio perfetto

Una coppia ha fatto pervenire questa lettera, visibile anche sul Forum di Ai.Bi. La proponiamo nella sua bellezza e in tutta la sua forza comunicativa.

Noi siamo stati tra i primi ad aderire agli special needs, tra i primi a partire, precursori di un’esperienza ricca di speranze ma anche spaventosa per il nome e per le incognite non ancora affrontate di un canale “nuovo”. Ci è stato chiesto più volte di raccontare anche con lo scritto la nostra storia, di essere testimoni attivi. Ve la sintetizziamo in poche parole: è andato tutto bene, tutto meglio del previsto e ora siamo genitori felicissimi di un figlio che sprizza gioia in ogni momento, i suoi problemi da special needs non hanno minimamente intaccato il nostro essere genitori, in due anni (quasi) qualche visita e un piccolo intervento e poi tutto il resto è normalità di vita familiare. Lui è qui, lo possiamo accarezzare e abbracciare giorno e notte, si è abituato a dormire da solo ma noi viviamo sperando che faccia un minimo lamento per portarlo con noi nel lettone; si è realizzato un sogno e il sogno di chi aspetta è il contatto fisico, ogni volta che ci si avvicina a meno di mezzo metro allunghiamo una mano per toccargli i capelli, una spalla, una guancia. Era l’esperienza che mancava ai mille castelli in aria che avevamo fatto nell’attesa.

Ma la storia vera, il nocciolo, non è in questo “dopo”, è invece nel prima, nell’attesa e nella decisione di aderire al canale “special needs”; per noi la fortuna ha voluto che questo “prima” sia stato concitato, vissuto nel momento con l’incoscienza del saperne poco. Ora quando guardiamo le coppie in attesa, coloro che stanno aspettando e decidendo il da farsi, l’angoscia ci assale. Li guardiamo come impavidi eroi che con tutte le carte sul tavolo decidono scientemente la strada da intraprendere, consci delle difficoltà, ricchi e allietati (o spaventati) dalle esperienze di noi primi esploratori di questo canale; hanno dietro di sé mesi di attesa e di burocrazia, hanno davanti a loro altri mesi e altra attesa e altra burocrazia.

Allora abbiamo deciso di fermarci e pensare per individuare le vere motivazioni che ci spinsero a questa scelta e abbiamo deciso di farlo con distacco, senza farci influenzare dagli occhi del nostro cucciolo e dalle mille e mille soddisfazioni che abbiamo vissuto.

Il tutto è iniziato al primo corso quando ad un certo punto la relatrice, tra un discorso ed un altro, parlò dei rischi sanitari dell’adozione e di come la Cina avesse deciso di affrontarli in modo pragmatico con gli “special needs”. Una lista di “seconde scelte”, con patologie o difetti fisici (sia le une che gli altri a volte gravi a volte irrisori) che per l’accezione schematica cinese li facevano declassare a bambini che dovevano essere coscientemente voluti e che non potevano essere abbinati d’ufficio.

Ci si accese una lampadina. Noi volevamo andare a prendere un bimbo (ma questa storia può essere fino a qui raccontata anche al femminile) e noi avevamo bisogno di lui più di quanto lui potesse avere bisogno proprio di noi; e di colpo cominciammo a pensare non più un bimbo perfetto ma a un figlio perfetto (perfetto per noi si intende).

Noi eravamo due esseri profondamente imperfetti e lo siamo ancora, con le nostre ansie e i nostri scatti d’ira, il nostro colesterolo (un bimbo si è mai chiesto quale colesterolo ha il papà?), la miopia e cento altre imperfezioni. Come potevamo pretendere il bimbo perfetto? Noi volevamo un figlio e spettava noi tramutare un bimbo in un figlio perfetto, prima nella nostra testa, poi nelle nostre azioni.

E allora pensiamo a voi che state aspettando, a chi sta valutando gli special needs, a chi sta decidendo, pensiamo a quell’ultimo sforzo che serve per salire l’ultimo gradino. Sappiate, lì c’è un figlio che aspetta.

29 maggio 2010. Due esseri palesemente imperfetti prendevano un aereo diretto in Cina.

31 maggio 2010. Due genitori palesemente imperfetti si univano al loro figlio perfetto per iniziare una storia perfetta.