Sarah Ferguson, ancora guai per il film sugli orfanotrofi-lager

22 anni e 6 mesi di prigione: a tanto può arrivare la condanna di detenzione che il Tribunale di Ankara può comminare alla duchessa di York, Sarah Ferguson, per aver svolto di nascosto e messo in onda sulla televisione britannica ITV, nel 2008, un documentario sugli orfanotrofi in Turchia.

A riportare in auge il caso è DRI, l’associazione statunitense per i diritti dei disabili, per voce della direttrice Laura Ahern sul prestigioso quotidiano Washington Post. Non c’è tenerezza nel giudizio della Ahern a proposito del caso giudiziario pendente sulla Ferguson: «Un Paese dovrebbe proteggere i diritti dei suoi bambini e dei minori che ha in carico, non la sua reputazione. Istituzioni che negano la concessione di scattare foto o produrre materiale audiovisivo sulle loro strutture per proteggere la privacy sono spesso realtà che mirano a proteggere se stesse dall’esposizione pubblica», ha provocato la Ahern. 

Sarah la rossa, o “Fergie”, ha scoperchiato un inferno dove i bambini e gli adolescenti ricevono trattamenti da animali. L’indomita attivista, nonché pecora nera della casa reale, si trova da un anno messa sotto accusa dalle autorità giudiziarie della Turchia per aver “violato la privacy dei bambini” ospitati da un istituto statale. Eppure il documentario dimostrava che la maggior parte di essi è disabile o soffre di malattie che richiedono ingenti cure, ma ottiene assistenza inadeguata se non addirittura maltrattamenti, come violenze psichiche, punizioni corporali e costrizioni di natura fisica.

(Fonte: Washington Post, 21 maggio 2012)