Ai.Bi. un covo di reazionari schierati contro i diritti delle coppie gay?

Maria scrive:

Forse Ai.Bi. non dovrebbe preoccuparsi “di un proclama pro coppie gay”, ma piuttosto di battersi per aiutare le coppie che voglio adottare per dare ai bambini di tutto il mondo una possibilità. Forse un giorno anche le coppie gay potranno adottare, come avviene altrove: sarete contrari? Non vi sembra di essere abbastanza reazionari?

Grazie


Gentile Maria,

Ai.Bi. sin dalla sua nascita opera al fianco dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono; la nostra missione è sempre stata quella di aiutare le coppie che desiderano intraprendere il lungo percorso adottivo, fatto di gioie ma anche di tanti ostacoli, di lacrime ma anche di sorrisi nell’abbracciare il proprio figlio.

L’Adozione è una scelta di vero amore, definitiva, deve essere pensata, desiderata, voluta e Ai.Bi. è sempre vicina alle coppie che sentono nel cuore  “la chiamata” a compiere questo gesto, a chi ha voglia di lasciarsi innamorare del proprio figlio accolto per quello che è e, nello stesso tempo, desiderato per quello che sarà al di là di quello che noi vorremmo che lui diventi. Ogni figlio è un dono: come tale va atteso, anzi bisogna imparare ad attenderlo e Amici dei Bambini vive con le coppie l’attesa di quel momento stupendo.

Per quanto riguarda l’adozione per le coppie gay, c’è bisogno di guardare la situazione dal punto di vista del bambino abbandonato che è già confuso, destabilizzato a causa della ferita dell’abbandono, dei traumi che ha dovuto subire nella sua breve ma intensa vita; non si può aggiungere confusione ad altra confusione, bisogna dargli la stabilità e l’amore che solo due genitori veri possono infondergli.

Sul tema dell’apertura delle adozioni alle coppie gay, la nostra Associazione ha pubblicato il libro “Voglio una mamma e un papà. Coppie omosessuali, famiglie atipiche e adozione” il quale rilegge il tema dell’adozione rovesciando la prospettiva comune e partendo dal punto di vista del bambino, il quale – non va mai dimenticato – ha già subito il trauma dell’abbandono.

La lascio dicendo che essere genitori non è un diritto, né degli eterosessuali né degli omosessuali. Essere figlio, invece, è un diritto di ogni essere umano. E questo non è essere reazionari.

Grazie

Marco Griffini

Presidente Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini