Sono più preparati gli psicologi dei Servizi Pubblici o degli Enti Autorizzati?

Alice scrive:

Ho letto lo stralcio dell’ intervista rilasciata all’Associazione “Genitori si diventa onlus” dall’ avvocato Andrea Speciale, nella quale si parla della possibilità di far verificare l’idoneità agli Enti Autorizzati. Io penso che in Italia manchi la coscienza civile necessaria affinché un privato possa svolgere con competenza, efficacia e coscienza un simile compito. E’ già tanto difficile se a svolgerlo sono assistenti sociali e psicologi che hanno una specifica competenza ed esperienza e sono assunti dietro pubblico concorso, figuriamoci la discrezionalità in capo agli Enti!!! ma non scherziamo per favore, cerchiamo invece di preparare bene le famiglie facendo loro capire che è un BENE farsi seguire da specialisti!!!

 

Lisa TrasforiniBuongiorno Signora Alice, lungi dal voler aprire un contenzioso su quali sono i professionisti migliori tra pubblico e privato poiché credo che la differenza la facciano la preparazione, la formazione, l’impegno e la dedizione ed ovviamente nel pubblico sono presenti ottimi professionisti, mi permetto solo di farle presente che la realtà dei servizi pubblici non è affatto omogenea, che spesso le assunzioni su pubblico concorso, soprattutto per la figura delle psicologo, sono davvero rare e che molti servizi sono già di fatto appaltati ai privati o su incarichi consulenziali.

Le aggiungo inoltre che le formazioni a cui partecipano gli operatori del pubblico sono spesso organizzate da enti autorizzati o associazione famigliari che hanno una visione sulla famiglia adottiva nel lungo corso e conoscono la realtà dei paesi stranieri con la quale hanno direttamente a che fare, gli operatori degli enti autorizzati si recano nei paesi stranieri e conoscono le realtà direttamente e sono coloro che scrivono le relazioni per i paesi stranieri, poiché l’interlocutore, per diversi paesi di origine, è l’ente autorizzato e non i servizi territoriali.

Diverso è il discorso per l’adozione nazionale per la quale l’ente autorizzato non è specializzato.

La valutazione della coppia candidata verte anche su aspetti di stretto riferimento rispetto alla realtà dei bambini stranieri abbandonato e pertanto, ad oggi la specializzazione richiesta ad un operatore che si occupa di adozione internazionale ha necessariamente a che fare con aspetti di integrazione, tant’è che in alcune regioni sono attivi protocolli che intrecciano le competenze tra servizi territoriali ed enti autorizzati dove la collaborazione tra i diversi professionisti è elevata, considerato inoltre che vi sono forme di collaborazione di vario genere.

Lo specialista è colui che sa far bene il suo lavoro e che non applica criteri di discrezionalità ma di valutazione seria e ponderata, rispetto alla mancanza di coscienza civile non aggiungo nulla poiché non è una considerazione tecnica ma sua personale.

Lisa Trasforini

Responsabile Equipe Psicosociale