Lo scandaloso ritardo della banca dati sulle adozioni

adoptionPiù di undici anni e una sentenza del Tar. Tanto c’è voluto per ottenere la firma del ministero della Giustizia sul regolamento (decreto dirigenziale del 15 febbraio scorso) che dà vita finalmente alla banca dati nazionale dei minori adottabili e delle famiglie disponibili, prevista nientemeno che da una legge (la n. 149) del 2001. Oltre un decennio di pressing sul governo per vedere realizzato in concreto ciò che le norme già prevedevano (nel 2004 sono state emanate le norme di attuazione e organizzazione della banca dati, compresi i dispositivi per la sicurezza e la riservatezza dei dati) e, infine, un ricorso al Tar del Lazio, proposto dall’associazione Ai.Bi. , Amici dei bambini, e la relativa sentenza dello scorso ottobre che ha dichiarato inadempiente il ministero, condannandolo a provvedere entro 90 giorni.

Questa la strada tenacemente percorsa per approdare al risultato dei giorni scorsi: l’ attivazione della tanto attesa banca dati, che sarà aggiornata con cadenza trimestrale. Uno strumento, almeno in teoria, utilissimo – anzi indispensabile – per dare qualche certezza in più ai 2 . 300 minori italiani in attesa di adozione e agli aspiranti genitori adottivi che, scoraggiati dalle lungaggini del procedimento di adozione del nostro paese, sempre più spesso scelgono la via più costosa ma più celere delle adozioni internazionali. Incontro on line Ora, però, grazie all’attivazione della banca dati, le cose potrebbe cambiare: con pochi clic si potrà avviare una ricerca telematica su tutto il territorio nazionale e, incrociando nomi e profili dei minori adottabili da un lato e di coppie e singoli disponibili all’adozione dall’altro, centrare in tempi rapidi l’obiettivo di trovare la “casa più giusta” per ogni bambino. Detta così, sembra una favola che diventa realtà, ma purtroppo non lo è . E il motivo è semplice. Perché una banca dati “nazionale” funzioni, occorre che vi siano, già attive, delle banche dati “locali”: nello specifico, ognuno dei 29 tribunali per i minorenni esistenti in Italia dovrebbe avere una banca dati del distretto di competenza dei minori adottabili e delle famiglie richiedenti l’adozione; tutte le informazioni di ogni banca dati “distrettuale” dovrebbero quindi confluire nella banca dati “nazionale”, che solo così potrebbe svolgere la funzione di “registro unico” consultabile dai soggetti autorizzati. Insomma, senza le banche dati distrettuali, quella nazionale è una scatola vuota .

E che le cose stiano più o meno così ce lo lasciano pensare due circostanze: una è la comunicazione ministeriale dell’8 novembre 2012 secondo cui “l’effettiva diffusione del sistema della banca dati adozioni a tutti i tribunali per i minorenni richiede specifici interventi locali sulle infrastrutture tecniche a disposizione. La carenza di risorse finanziarie e umane ha reso necessario procedere a una diffusione progressiva del sistema presso i 29 tribunali per i minorenni”. L’altra è la dichiarazione dei primi di gennaio di Caterina Chinnici, capo del dipartimento per la Giustizia minorile, che ha in sostanza ammesso che sui 29 tribunali solo 8 hanno già una banca dati e altri 3 la stanno avviando. Una rapida indagine telefonica ci ha, infine, confermato il dato : tra chi non sa neppure cosa sia e chi attende di fare un non meglio precisato “corso di formazione”, la banca dati – ufficialmente attiva di fatto ancora non esiste , se non per meno di un terzo dei tribunali interessati.

MA MEZZA ITALIA NON È ANCORA PRONTA. Questa la situazione secondo gli ultimi dati del ministero della Giustizia (novembre 2012). Tribunali per i minorenni che dispongono dall’agosto 2012 della banca dati adozioni: Palermo Catanzaro Bari Caltanissetta Reggio Calabria Tribunali per i minorenni che avrebbero dovuto disporre della banca dati dallo scorso dicembre: Cagliari, Lecce, Napoli, Salerno, Sassari, Torino. Nelle restanti sedi (Roma, Catania , Messina, Potenza , Taranto, Bologna , Brescia , Firenze , Genova , Venezia , Ancona , Bolzano , Campobasso , L’Aquila , Perugia , Trento , Trieste e Milano) le banche dati saranno attivate progressivamente.

LE “REGISTRAZIONI” DEI TRIBUNALI. Per i minori dichiarati adottabili, la banca dati può contenere questi dati personali: dati anagrafici condizioni di salute famiglia di origine ed eventuale esistenza di fratelli attuale sistemazione p recedenti collocamenti provvedimenti dell ‘ autorità giudiziaria minorile dati contenuti nei certificati del casellario giudiziale per i minorenni ogni altra informazione idonea al miglior esito del procedimento Per i coniugio per le persone singole disponibili all’adozione: dati anagrafici residenza domicilio recapito telefonico stato civile stato di famiglia dati anagrafici dei genitori della coppia o della persona singola aspirante all’adozione condizioni di salute caratteristiche socio – demografi che della famiglia motivazioni altri procedimenti di affidamento o di adozione e il relativo esito dati contenuti nei certificati del casellario giudiziale ogni altra informazione idonea al miglior esito del procedimenti.

CHI PUÒ ACCEDERE ALLE INFORMAZIONI. La banca dati è istituita presso il dipartimento per la Giustizia minorile. L’ accesso alle informazioni è riservato: ai tribunali per i minorenni e alle procure presso i tribunali per i minorenni; ai magistrati degli altri uffici della giurisdizione minorile; al personale appartenente agli uffici della giurisdizione minorile previa autorizzazione del capo dell’ufficio; ai diretti interessati con riferimento ai rispettivi dati personali ma solo per il tramite dei tribunali per i minorenni e delle procure presso i tribuna li per i minorenni.

 

(Il Salvagente – N.11 – 14 marzo 2013 – Carla Tropia)