Care leavers: il destino di coloro che non sono stati adottati

care leaversNell’ambito dell’emergenza abbandono, è più facile immaginare e pensare che siano i bambini più piccoli ad avere bisogno di un sostegno e di aiuto maggiore. Invece no. Sono proprio i più grandi, che hanno passato nella maggior parte dei casi, la quasi totalità della loro vita in uno o addirittura in più istituti, che si sentono più soli e che hanno poche speranze per il futuro che li aspetta.

Parliamo di giovani che, dopo essere stati in carico al sistema della tutela in quanto minorenni, all’interno di comunità residenziali, una volta maggiorenni, vengono espulsi da questo sistema e si trovano a dover affrontare la realtà sociale esterna, spesso senza la protezione della famiglia di origine, che in molti casi non ha risolto le proprie difficoltà o con la quale la riunificazione non ha avuto successo.

Sono dei ragazzi troppo cresciuti per coltivare ancora il sogno di avere una nuova famiglia ma allo stesso tempo troppo impreparati alla vita che li aspetta fuori dall’istituto, che spesso diventa l’unica realtà che conoscono e che li fa sentire sicuri.

Questa categoria di giovani, chiamata “care leavers” (coloro che lasciano il sistema di cura), è particolarmente fragile ed è a rischio di esclusione sociale. Sono tanti i bisogni di questi ragazzi: il loro inserimento nel mondo del lavoro, la sistemazione abitativa, i servizi di supporto, per non parlare della loro situazione anagrafica. Spesso non hanno nemmeno una carta di identità o un certificato di nascita e quindi capita, il più delle volte, che l’unico mondo che può accoglierli è quello del lavoro nero, della prostituzione e della malavita organizzata. Sostenere questi ragazzi è importante. Loro non vedono l’ora di avere qualcuno che li possa aiutare e star loro vicino, non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto dal punto di vista della relazione e dell’appoggio morale.

Loro non sanno come affrontare il proprio futuro, poiché non hanno le abilità elementari, non hanno seguito corsi di orientamento professionale e sono privi di punti di riferimento e di un posto in cui stare. L’unico mondo che loro conoscono è quello dell’istituto e da un giorno all’altro devono arrangiarsi da soli in tutto e per tutto. Hanno un grosso bisogno di aiuto e bisogna lavorare con loro fin dal compimento dei 14 anni di età in modo da poter pensare ad un piano di vita che rispetti le loro attitudini e le loro capacità, per cercare di accompagnarli poi anche nella loro vita fuori dalla struttura di accoglienza.

Gli interventi a loro beneficio, grazie al sostegno senza distanza, garantiscono la frequentazione di corsi professionali, il pagamento delle tasse universitarie, l’ottenimento di tutti i documenti necessari a trovare un lavoro regolare o ad ottenere un sussidio statale.

Facciamo in modo che questi ragazzi non debbano solo sognare il loro futuro ma che possano realmente realizzarlo!

Amici dei Bambini sostiene tanti care leavers in diversi paesi: in Africa (Kenya, Marocco e Repubblica Democratica del Congo) e in Sud America (Perù, Brasile e Bolivia ).

Per essere abbinati ad un adolescente basterà attivare un sostegno senza distanza da 50 euro. Bisognerà ovviamente scegliere, leggendo le loro storie, ragazzi dai 14 anni in su. Si potrà inoltre scegliere di attivare un sostegno senza distanza scrivendo una mail a ssd@aibi.it, telefonando allo 02988221 tasto 3 o recandosi direttamente in una delle sedi più vicine.