“Se pensi che l’affido familiare non ti riguardi, leggi e cambia idea”. La tesi appassionante della genitorialità diffusa

9788861533547_normal«L’affido deve essere letto, affrontato e promosso come pratica di genitorialità sociale, una genitorialità che si riconosce condivisa, e che può coinvolgere tutti gli adulti di una comunità, in quanto persone responsabili del benessere e della crescita dei bambini e dei ragazzi». E’ quanto sostengono Alessandra Giovannetti e Marta Moretti., due formatrici e progettiste che lavorano nei servizi sociali e che hanno scritto Affidi sostenibili. Nuovi percorsi e modelli di accoglienza familiare (ed. La Meridiana). “In fondo ogni famiglia con figli è una famiglia affidataria, perché nemmeno i nostri figli sono nostri, ma ci sono semplicemente affidati. E anche se ci sforziamo di essere dei bravi genitori e abbiamo avuto dalla vita tutte le condizioni per esserlo, non basteremo soltanto noi a crescere i figli che la vita ci ha affidato. Un figlio chiama più adulti e ad adulti diversi chiede, dal momento stesso della sua nascita, più amore, più affetti, differenti codici affettivi”.

Esiste, dunque, una “genitorialità diffusa”, che ci riguarda tutti, famiglie, single, giovani e adulti. Osservato da questo punto di vista, il problema dell’abbandono e dei 30mila minori fuori famiglia acquista una nuova valenza: siamo tutti responsabili. Per questo, fare qualcosa, non restare a guardare, non è una scelta, è un dovere sociale e personale.  Occorre trovare una soluzione per questi bambini ed è una sfida non solo della politica, dell’associazionismo, dei servizi alla famiglia, ma di ciascun italiano adulto.

Un primo passo per dire “mi riguarda”? Appoggiare il Manifesto perchè la legge dell’Accoglienza Temporanea Familiare cambi e garantisca una vera possibilità a tutti i minori fuori famiglia. Leggi il Manifesto e lascia un tuo commento.