Ragazzi abbandonati:
Vacanze pre-adottive? Si! Vacanze terapeutiche?No!

Buongiorno,

mi chiamo Sara e ho letto sul vostro sito lalettera al direttore tratta dal settimanale Io Donna.

L’iniziativa delle vacanze pre–adottive è interessante. Leggendo però il punto di vista della rivista Io Donna, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Presidente Marco Griffini in merito all’ attacco della presidente dell’Avib (Associazioni di Volontariato Italiane per la Bielorussia).

Grazie

Sara

 

RITRATTO-MARCO-GRIFFINIBuongiorno Sara,

grazie per il suo interessamento, che ci offre la possibilità di spiegare il punto di vista di Ai.Bi.

Esiste una distanza siderale tra le vacanze terapeutiche offerte per i ‘figli di Chernobyl’  e le vacanze pre-adottive proposte da Amici dei Bambini. Queste ultime offrono a coppie già in possesso di un certificato di idoneità, l’opportunità di misurarsi con ragazzi grandicelli che sono adottabili. Ma che proprio perché sono minori di almeno dieci anni, rischiano di restare in istituto fino a 18 anni. Spesso  le coppie ritengono troppo ‘difficile’ l’adozione di un adolescente. Con le vacanze pre-adottive, gli aspiranti genitori possono verificare quanto infondate siano le loro paure. I bambini possono misurarsi  con dinamiche familiari e di amore a loro sconosciute.

Detto questo, la posizione di Ai.Bi rispetto alle vacanze terapeutiche dei bambini di Chernobyl  è sempre stata chiara. Queste vacanze sono un vero e proprio stillicidio per le migliaia di bambini che per qualche mese conoscono il calore e l’affetto di una famiglia e poi vengono riportati alla realtà degli istituti nel loro paese d’origine. Il bambino abbandonato ha diritto ad avere una famiglia, non vacanze occasionali.

Ben vengano le vacanze terapeutiche per i bambini che in Bielorussia o in Ucraina hanno una famiglia che li ama.  Loro non fanno confusione: sanno bene chi è mamma e papà. Ma per i bambini abbandonati bisogna stare attenti. Passano intere stagioni con persone che alla fine sentono come ‘genitori’ senza che ci siano le minime premesse per l’adozione. Di qui la richiesta fatta da Ai.Bi. di escludere i bambini abbandonati dai programmi delle vacanze terapeutiche in attesa della regolamentazione dell’affido internazionale che ancora manca.

La disciplina dell’affido internazionale potrebbe tutelare i bambini abbandonati proprio perché l’affido sarebbe finalizzato all’adozione. L’accoglienza ‘terapeutica’ rimarrebbe tale per i bambini che hanno un papà e mamma che li attende in Bielorussia, per gli altri sarebbe più corretto parlare di ‘affido pre-adottivo’, senza bisogno di mascherare come vacanze terapeutiche quello che in realtà è un affido senza regole.

Un saluto

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini