Affido familiare? Si ci piacerebbe, ma da dove iniziare?

Buongiorno,

mi chiamo Sabrina e sono mamma di un bambino di quattro anni, Mattia, e ho sempre desiderato averne un altro, ma il secondo non è mai arrivato. E’ già da un po’ che penso all’affidamento, ma non so da che parte cominciare. Noi abitiamo in provincia di Pisa. Ho letto la notizia sul sito figli in attesa che parla della piccola Chiara, che ha la stessa età di mio figlio.

Grazie

 

PELLINI2Cara Sabrina,

il primo passo per incominciare un percorso che possa portare poi all’accoglienza di un bambino la cui famiglia è in temporanea difficoltà, è contattare una realtà associativa che offra formazione specifica a questo tipo di accoglienza oppure un servizio sociale. Per esempio, Ai.Bi. propone una serata informativa a cui poi segue un cammino formativo. La nostra associazione garantisce alle nuove famiglie affidatarie, accompagnamento pedagogico nonché il sostegno da parte di una rete di famiglie.

Se è da tempo che ha nel cuore il desiderio di saperne di più non posso che invitarla a farlo, riceverà tutte le indicazioni necessarie per prendere una decisione consapevole, anche se un briciolo di “incoscienza” per gettarsi in questa fantastica avventura è necessaria.

Le fatiche non sono poche, ma la sua famiglia scoprirà che l’accoglienza sarà fonte di un incredibile arricchimento. Questo anche per il suo bimbo, benché piccolo.

L’unica cosa che mi permetto di ricordarle è che essere genitori affidatari significa esserlo per un po’: i percorsi proposti mirano a far confrontare gli aspiranti genitori affidatari con questa realtà oltre che con le difficoltà che i bambini accolti potrebbero presentare.

Sono circa 15mila in Italia i bambini che, come Chiara, hanno bisogno del calore di una famiglia. La sua potrebbe essere una risposta ad uno di questi bambini.

 

Un saluto

Cristina Riccardi

 Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea