I bimbi siriani non devono perdere i contatti con il loro Paese. Perché non collaborate con le famiglie italo-siriane?

Salve. Ho letto del vostro progetto “Bambini in alto mare”. Ritengo che i bambini siriani non debbano perdere i loro legami con la Siria, con la cultura con la lingua. E’ sperabile un loro reinserimento in patria alla fine di questa terribile situazione. A tal proposito riterrei opportuno una collaborazione con le famiglie italo-siriane. Immagino che le problematiche siano notevoli e sono a disposizione per dare il mio piccolo aiuto.

Grazie
Alessandra 

 

IRENEBERTUZZIGentile Alessandra,

in linea teorica posso essere d’accordo con lei nel sostenere che i bambini siriani non debbano perdere i loro legami con la Siria.

In pratica, credo che sia parecchio difficile. Per i bambini che hanno perso tutto (genitori compresi) cosa significa un loro reinserimento in patria? Sarebbero reinseriti dove? In istituto? Per molti bambini orfani  qual è il senso di un’appartenenza alla patria? Cosa significa? Credo che sia una parola senza senso, perché non appartengono più a nessuno.

In queste situazioni occorre verificare certamente se esistono rapporti con parenti o amici che vogliano prendersi cura di loro, ma se non ci fosse nessuno? Offrire a questi bambini comunque un presente concreto e un futuro sereno dev’essere un imperativo prioritario rispetto a un nazionalismo velleitario. Il suo suggerimento di inserire i bambini in famiglie italo-siriane sarebbe più che auspicabile, perché certo ridurrebbe al minimo il trauma attuale. Almeno la lingua, non sarebbe un problema.  Al momento però non sono giunte disponibilità in tal senso. Colgo l’occasione per  sottolineare che il nostro piano d’intervento prevede, oltre all’accoglienza, che resta la risposta immediata all’emergenza, due progetti a lungo termine. La prevenzione, da svolgere nei luoghi di partenza dei migranti; e il rimpatrio assistito. Qualora il minore lo scelga e sia possibile, mediante ricerche nel suo Paese d’origine, Ai.Bi. si adopererà per favorire un ricongiungimento familiare o un suo positivo rientro affettivo e lavorativo.

Saluti,

Irene Bertuzzi

Area Adozioni internazionali di Ai.Bi.