Lampedusa: “L’unica via dell’isola è così colma di profughi, che abbiamo deciso di aprire la nostra casa”

sbarco

Andreina e Giovanni vivono a Lampedusa solo da agosto. Arrivano da Piacenza per motivi di lavoro. Eppure, di fronte alla tragedia del naufragio del 3 ottobre,  si sono sentiti subito coinvolti e chiamati in causa come famiglia.

Loro sono una delle 118 famiglie che ad oggi hanno risposto all’appello di Ai.Bi., lanciato con il progetto “Bambini in alto mare”. Andreina e Giovanni hanno deciso di aprire le porte della loro casa a qualcuno dei minori stranieri non accompagnati, rimasti soli  dopo aver attraversato il Mediterraneo senza genitori, o diventati orfani durante la traversata.

Entrambi siciliani, hanno vissuto per qualche anno a Piacenza, poi hanno deciso di tornare alle ‘loro latitudini’. Lei di Palermo, neolaureata in psicologia, 27 anni. Lui, di Trapani, sergente dell’Aeronautica, 36 anni. Andreina e Giovanni sono il volto più bello e più umano dell’Italia di oggi. Quello aperto all’accoglienza e alla solidarietà.

Mi sono sentita in dovere di aiutare, visto che sono qui in prima linea e vorrei nel mio piccolo fare la differenza. Rispetto a quando siamo arrivati ad agosto, Lampedusa è cambiata. L’unica via dell’isola è colma di profughi. Forse il centro è talmente affollato, e si trova in condizioni così disumane, che neanche ci vogliono stare, e preferiscono stare per strada”.

A rendere straordinaria questa coppia, è anche il fatto che si sono aperti all’accoglienza già da tempo. Sono infatti due aspiranti genitori adottivi.

Ci siamo resi disponibili sia per l’adozione nazionale che internazionale. Diciamo che siamo quindi predisposti ad accogliere persone diverse. Aspettando di diventare genitori, vorremmo semplicemente aiutare le persone che hanno bisogno di aiuto. Non tutti sono propensi ad accoglierle, perché purtroppo c’è un po’ di discriminazione, diffidenza e paura”, ci ha confessato Andreina.

La generosità e l’altruismo di questa coppia non hanno limiti. Giovanni e sua moglie, saputo che gli operatori di Ai.Bi. sarebbero arrivati a Lampedusa per avviare  il progetto “Bambini in alto mare” anche nell’isola, si sono offerti di ospitarli a casa loro.