Mille famiglie rispondono all’appello di Ai.Bi.: ecco le linee guida per accogliere un profugo minorenne

barcone lampedusaContinuano gli sbarchi: tra sabato 7 dicembre notte e domenica 8 dicembre tre ‘carrette del mare’ hanno riversato sulle coste italiane 465 persone. La prima, al largo di Siracusa, accoglieva 115 persone, che sono arrivate a Messina in condizioni ai limiti della sopravvivenza: disidratati, con i vestiti fatti di stracci e sotto shock.  Mentre  domenica in una doppia operazione, la Marina Militare ha portato in salvo altre 350 persone.

Emergenza nell’emergenza, tra i profughi sbarcati il 7  dicembre, ci sono 70 bambini: venti accompagnati. Gli altri cinquanta sono soli, imbarcati dall’altra parte del Mediterraneo da genitori e parenti con la speranza di salvarli. Non mancano bambini piccolissimi, di tre-cinque anni. I profughi sono in maggioranza siriani.

Tra tanta disperazione e sofferenza, la buona notizia c’è. Il conta-famiglie raggiunge cifra tonda: mille le famiglie che hanno risposto all’appello lanciato da Ai.Bi. nell’ ambito della campagna “Bambini in alto mare” che punta a offrire un’accoglienza a misura di bambino a minori in fuga da guerra, persecuzioni, violenza che senza sosta sbarcano sulle nostre coste.

La famiglia numero ‘Mille’ arriva da Castellamare di Stabia, provincia di Napoli. Una signora di cinquant’anni, preoccupata dal peggioramento delle condizioni meteorologiche, con voce accorata, ha chiesto a che punto fossero gli aiuti. E ha voluto dare il suo piccolo, preziosissimo contributo. Anche se il primato dell’accoglienza lo detengono tre regioni: Lombardia (17%), Lazio (13%) e Sicilia (12%).

Il progetto messo in campo da Ai.Bi. è rivolto a salvaguardare le fasce più deboli dei profughi: minori stranieri non accompagnati, mamme sole con figli e gestanti. Per questo da un lato il punto di forza dell’associazione è costituito dalla rete di famiglie disponibili ad accogliere in casa i piccoli profughi o le mamme. Dall’altro lato l’associazione sta formando accordi con i Comuni. Primi Lampedusa, ora Messina

con entrambi i Comuni, Amici dei Bambini ha firmato un accordo che regola l’affidamento temporaneo dei Misna. In particolare l’intesa con l’amministrazione comunale di Messina  prevede “per i minori non richiedenti asilo e non accompagnati”, la necessità di coinvolgere il centro affido e l’Ai.Bi. “nell’iter di accompagnamento dei minori o nuclei monoparentali, con la possibilità del collocamento familiare”.

Non solo, Amici dei Bambini è in procinto di avviare un percorso con il Tribunale dei Minorenni di Palermo che porterà alla stesura delle linee guida dell’Accoglienza Familiare Temporanea. Due i princìpi che regoleranno gli interventi a favore dei minori: i bambini sotto i dieci anni dovranno essere immediatamente accolti in famiglia, mentre per quelli tra i dieci e i quattordici anni la sistemazione in famiglia potrà avvenire entro 72 ore dal loro sbarco. Come indicato nel mese di novembre dalla Procura presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo.

Per questo resta fondamentale che la rete di famiglie che hanno risposto all’appello continui a crescere. La macchina solidale- partita inizialmente in Lombardia e Sicilia, rispettivamente per la vicinanza alle sede nazionale dell’Associazione e ai luoghi degli sbarchi- si è ormai estesa a tutte le sedi regionali. Da settimane impegnate a organizzare ‘visite domiciliari’ alle famiglie che si sono candidate per accogliere uno o più minori, dando priorità a quelle che hanno alle spalle esperienze di accoglienza.