Caso L’Airone onlus: 60 coppie adottive pronte a denunciare la Cai

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È attesa per martedì 17 dicembre la decisione definitiva sul “caso Airone” che vede direttamente coinvolte anche 60 famiglie in attesa di completare l’iter per l’adozione internazionale.

L’Airone onlus è ormai da mesi al centro di una questione di presunte irregolarità che l’hanno portata dapprima alla chiusura stabilita dalla Commissione per le Adozioni Internazionali il 19 marzo scorso, poi alla riapertura voluta dal Tar, quindi a una nuova chiusura. Manca ancora la decisione definitiva della Cai che sarebbe dovuta arrivare già martedì 10 dicembre, prima di subire il rinvio al 17.

La travagliata vicenda sta gravando in modo particolare sulle 60 famiglie che si sono affidate proprio all’associazione di Albenga (Savona) per il loro progetto di adozione. Un progetto che adesso non si sa se potrà mai giungere a compimento. Duramente provate, dal punto di vista sia economico che psicofisico, le 60 coppie ora minacciano di denunciare la Cai, qualora non si dimostri in grado di tutelare i loro figli.

Le famiglie si aspettano un provvedimento dotato di 3 requisiti fondamentali. Innanzitutto il mantenimento della priorità acquisita. Se la Cai dovesse decidere di chiudere definitivamente L’Airone, le 60 coppie verrebbero infatti “smistate” ad altre associazioni, rischiando di “finire in coda” e quindi di attendere ancora a lungo.

Un secondo aspetto riguarda l’esborso economico, di circa 30mila euro, costo medio di un’adozione internazionale. Ciascuna famiglia ha dovuto sopportare, in molti casi già per intero, questa spesa, spesso anche accendendo un mutuo o chiedendo denaro in prestito. Se l’iter avviato con L’Airone dovesse andare in fumo, queste coppie rischierebbero di dover ripetere tale esborso. E per quelle famiglie che non avessero la possibilità di impegnare nuovamente risorse simili, ciò vorrebbe dire abbandonare definitivamente il loro progetto di adozione.

Infine si richiede una decisione “trasparente” da parte della Cai, “accettabile” dai Paesi esteri, in particolare la Russia, dal quale provengono molti dei bambini che le coppie vorrebbero adottare.

“Una soluzione senza questi requisiti – annuncia Matteo Garnero, portavoce delle famiglie adottive – o che sposti oneri sulle coppie non potrà essere da noi accettata. La Commissione ha come compito quello di tutelare le coppie che adottano ma, nel nostro caso, non sta avvenendo. Per questa ragione, un buon numero di famiglie sta pensando di denunciare la Cai per gravi irregolarità.

 

(Fonte: Avvenire)