Bambini con bisogni speciali: perché abbiamo tanta paura di accoglierli?

Buongiorno,

mi chiamo Sabrina e ho letto la notizia pubblicata sul vostro sito relativa ai “bambini speciali”.

Anch’io ho adottato un bimbo colombiano di 10 mesi, considerato uno “special needs”. Quello che mi chiedo è: perché abbiamo tanta paura di loro?

Il nostro è arrivato come un fulmine a ciel sereno, ed è un bambino meraviglioso e sanissimo che da poco ha compiuto 3 anni! E’ la gioia della famiglia e della sua sorellina!

Vorrei fare un grande in bocca al lupo a tutte le famiglie in attesa per la Colombia e dire loro di non avere paura dei bambini “special needs”, che io chiamo “bimbi speciali”!

Quello che consiglio a tutti i genitori è: informatevi e valutate le vostre risorse di coppia e di famiglia, poi per la Colombia si possono indicare le patologie per cui vi sentite disposti ad accogliere un bambino. Non scartate tutto a priori!

Auguroni e buona vita assieme al vostro bambino!

Sabrina

 

 

Cristina-Legnani1 - CopiaCarissima Sabrina,

grazie infinite per questa dose di ottimismo, entusiasmo e gioia!

Hai ragione tu: non c’è motivo di aver timore di accogliere un bambino “speciale”. Quando abbracciamo per la prima volta i nostri figli, pensiamo semplicemente a quanto siamo felici, a quanto, “come fulmini a ciel sereno”, riempiano la nostra vita.  E in un attimo tutte le paure che avevamo fino ad un istante prima si dissolvono. Per magia.

Quando poi riprendiamo l’uso della ragione diciamo a noi stessi “se l’avessimo saputo prima… tutti i problemi che ci siamo posti… ma che sciocchi siamo stati…”.

Ma prima dell’abbraccio? Prima, tutte queste cose ce le siamo sentite dire da operatori, psicologi, coppie amiche che ci sono già passate. Ma è inutile. La paura permane. E forse è giusto così. In fondo l’attesa di un figlio è sempre una grande incognita e come tutto ciò che è sconosciuto, fa paura.

Buttarsi nel mondo dell’adozione  vuol dire accettare questa paura, affrontarla e prenderne consapevolezza.

Come giustamente dici anche tu, le coppie in attesa hanno bisogno di conoscere, devono informarsi, devono fare i conti con i propri limiti e le proprie aperture per essere sereni il più possibile nel momento più bello della loro vita. Si possono confrontare con le persone che le stanno accompagnando a quel momento.

Poi, però, oltre alla conoscenza e alla ragione, credo ci voglia un altro ingrediente: un po’ di sana incoscienza, fondamentale per diventare genitori!

Grazie Sabrina, e in bocca al lupo a tutte le famiglie che sono sul cammino verso quel bellissimo momento, che vi farà ritrovare genitori speciali di un bimbo speciale. Per voi.

Cristina Legnani

Area adozioni internazionali di Ai.Bi.